New York, 2 dicembre 2025 – Lo scontro tra Donald Trump e OnlyFans si infiamma sul tema della detassazione delle mance per i creatori di contenuti, in particolare quelli operanti nel settore dell’intrattenimento per adulti. La nuova agevolazione fiscale voluta dall’amministrazione Trump prevede l’esenzione parziale delle tasse sulle mance per determinate categorie professionali, ma esclude espressamente quelle derivanti da “attività pornografiche”.
L’agevolazione fiscale voluta da Trump
L’iniziativa, approvata dai repubblicani la scorsa estate, mira a favorire l’incremento dei guadagni per i lavoratori di quasi 70 categorie professionali, tra cui “creatori di contenuti digitali”, “intrattenitori e performer” e “ballerini”. Tuttavia, in una proposta di regolamento pubblicata a settembre, l’Internal Revenue Service (IRS) ha chiarito che le mance ricevute da attività legate alla prostituzione o alla pornografia non rientrano nei benefici fiscali. Questa esclusione rappresenta una delusione per molti creator di OnlyFans, piattaforma nota soprattutto per i contenuti sessualmente espliciti, dove gli utenti possono lasciare mance ai propri performer.

Il sito londinese, controllato dalla Fenix International Limited, conta oltre 4,6 milioni di creator e 377 milioni di fan nel 2024, con un fatturato lordo di circa 7,22 miliardi di dollari e una redistribuzione di 5,8 miliardi ai creatori. Nonostante ciò, il regolatore fiscale non ha ancora definito con precisione quali attività siano considerate “pornografiche”, lasciando in sospeso l’applicazione concreta della norma.
OnlyFans tra successo economico e criticità normative
OnlyFans si è affermato come un fenomeno globale, con un modello che permette ai creator di monetizzare contenuti esclusivi tramite abbonamenti mensili, pagando l’80% delle commissioni ai creatori. Tuttavia, il settore dell’intrattenimento per adulti affronta già notevoli difficoltà nell’accesso ai servizi finanziari e nella gestione fiscale, aggravate dalla posizione restrittiva dell’amministrazione Trump.
L’esclusione fiscale proposta dall’IRS si inserisce in un contesto di crescente attenzione legislativa e sociale verso il lavoro sessuale e la pornografia online, che vede spesso i creator vittime di discriminazioni e limitazioni economiche. Anche la definizione e l’applicazione della normativa fiscale rimangono punti critici, in assenza di linee guida chiare da parte delle autorità statunitensi.
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