Il presidente statunitense Donald Trump e il segretario alla Difesa Pete Hegseth si preparano a incontrare di persona centinaia di ufficiali di alto rango presso la base di Quantico, in Virginia. La convocazione, arrivata all’improvviso, ha sollevato interrogativi per la rapidità con cui è stata organizzata e per l’assenza di spiegazioni ufficiali. Molti degli ufficiali convocati provengono da diversi Paesi, compresi alcuni del Medio Oriente. Secondo gli analisti, sebbene riunioni di questo tipo non siano una novità, la portata dell’evento e la segretezza che lo circonda rappresentano elementi fuori dall’ordinario.
La base di Quantico
Quantico si trova a circa 60 chilometri da Washington, in Virginia, e copre quasi 24.000 ettari, in gran parte ricoperti da foreste. Operativa dal 1917, è conosciuta come il “crocevia del Corpo dei Marines” e ospita il Marine Corps Combat Development Command. All’interno della base si trova anche l’Accademia dell’FBI, che la rende un punto nevralgico sia militare che di sicurezza nazionale.
Le dichiarazioni di Trump
In un’intervista a Reuters, Trump ha spiegato di voler trasmettere ai generali un messaggio di incoraggiamento: “Siate forti, intelligenti, duri ma anche compassionevoli”. A NBC News ha aggiunto che l’incontro avrebbe avuto come focus i progressi militari e i risultati positivi ottenuti. Resta comunque il dubbio sul perché un’assemblea di questa portata, costata milioni di dollari per logistica e sicurezza, non sia stata organizzata in modalità virtuale.
Il ritorno del “Dipartimento della Guerra”
L’appuntamento arriva poche settimane dopo la decisione di Trump di ribattezzare ufficialmente il Dipartimento della Difesa come “Dipartimento della Guerra” negli atti dell’amministrazione. La scelta, firmata il 5 settembre, è stata giustificata dal presidente come un modo per allontanare il dicastero da ideologie considerate “woke” e per aprire una nuova stagione di successi militari. Hegseth, ex volto televisivo, ha definito il cambio di nome un mezzo per ripristinare “l’etica del guerriero”, con un approccio più offensivo e meno legato ai vincoli legali o al politicamente corretto. Sebbene la nuova denominazione venga già usata nei documenti ufficiali della Casa Bianca, per diventare definitiva richiederà un voto del Congresso. Nel frattempo, la mossa è stata interpretata come un segnale di una politica estera più aggressiva, confermata dalle campagne di bombardamenti ordinate da Trump in Yemen e Iran, oltre che dagli attacchi aerei contro imbarcazioni sospettate di traffico di droga nei Caraibi, operazioni giudicate da esperti prive di solide basi giuridiche.
Un Paese vicino allo shutdown
L’incontro con i vertici militari coincide con l’avvicinarsi di una paralisi amministrativa: senza un accordo sul bilancio, il governo federale rischia lo shutdown. Senato e Camera restano divisi, con i democratici che chiedono maggiori sussidi sanitari e il ripristino di fondi per programmi sociali come Medicaid, mentre i repubblicani spingono per approvare un piano temporaneo che non ha trovato consenso. In assenza di intesa, molte agenzie federali sospenderebbero le proprie attività, lasciando a casa migliaia di dipendenti. Le compagnie aeree hanno già avvertito di possibili ritardi nei voli e il Dipartimento del Lavoro ha segnalato che non potrebbe pubblicare i dati mensili sull’occupazione, un indicatore chiave per l’economia americana.
Hegseth: “Il nostro compito è prepararsi alla guerra”
Il capo del Pentagono, Pete Hegseth, ha scandito con fermezza il nuovo corso del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti nel suo intervento davanti a centinaia di generali riuniti a Quantico. Con un discorso che segna un deciso cambio di rotta, Hegseth ha annunciato che “il nostro compito è prepararsi alla guerra e vincerla”, sottolineando la fine di un’epoca e l’inizio di una nuova fase più aggressiva e focalizzata sulla preparazione militare.
Hegseth ha inoltre condannato le politiche degli ultimi decenni, definendo i leader politici precedenti “sciocchi e sconsiderati”, accusandoli di aver trasformato il Pentagono nel cosiddetto “dipartimento woke”. Secondo il segretario, per troppo tempo si sono promossi leader non per merito, ma in base a criteri come la razza, le quote di genere o altri “primati storici”. Ora, ha promesso, si porrà fine alla “guerra contro i guerrieri” e si agirà per ripristinare la meritocrazia e la prontezza bellica.
Sullo sfondo la guerra a Gaza
Il discorso di Trump ai vertici militari avviene a poche ore dalla presentazione, da parte della Casa Bianca, di un piano in 20 punti per fermare immediatamente la guerra di Israele a Gaza. Il presidente ha illustrato la proposta al premier israeliano Benjamin Netanyahu. Secondo fonti diplomatiche, Hamas starebbe valutando il documento, mentre i raid israeliani sulla Striscia continuano senza sosta: oltre 30 palestinesi sono stati uccisi dall’alba di oggi.
L’insieme di questi elementi – la convocazione straordinaria dei vertici militari, il ritorno del “Dipartimento della Guerra”, la crisi politica interna e la guerra in Medio Oriente – fa di Quantico il palcoscenico di un momento cruciale per gli Stati Uniti.
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