Roma, 6 agosto 2025 – L’amministrazione Trump valuta nuove sanzioni contro la cosiddetta “flotta ombra” di petroliere russe, un gruppo di navi spesso obsolete e di proprietà nascosta, impiegate dalla Russia per esportare petrolio a livello globale, eludendo le restrizioni occidentali imposte dopo l’invasione dell’Ucraina nel 2022. Lo riporta il Financial Times, citando fonti vicine all’amministrazione statunitense.
La flotta ombra, il suo ruolo nel finanziamento del conflitto
La flotta ombra è composta prevalentemente da petroliere che operano evitando i servizi delle compagnie occidentali, rendendo difficile l’applicazione di sanzioni ai loro proprietari. Tuttavia, misure rivolte direttamente alle navi si sono recentemente dimostrate efficaci, e per questo motivo Washington sta valutando di inserire ulteriori navi nella lista nera.
Secondo quanto riferito, il presidente Trump starebbe considerando l’imposizione di sanzioni contro questa flotta nel caso in cui il presidente russo Vladimir Putin non accetti un cessate il fuoco in Ucraina entro venerdì prossimo, segnando così un primo passo concreto nell’applicazione di costi economici a Mosca.
Nuove misure bipartisan e dazi del 500%
Parallelamente, un gruppo bipartisan di senatori e deputati statunitensi ha elaborato un disegno di legge che prevede sanzioni aggressive e dazi del 500% sui beni importati da Paesi che acquistano gas, petrolio e uranio dalla Russia, con l’obiettivo di aumentare la pressione su Putin e accelerare il processo di pace in Ucraina.
Questa iniziativa, sostenuta anche da figure repubblicane e democratiche, mira a colpire indirettamente la Russia penalizzando i Paesi che continuano a importare energia russa, tra cui importanti economie come Cina e India. Il provvedimento, se approvato, potrebbe portare a un significativo riallineamento dei mercati energetici, beneficiando anche gli Stati Uniti, che potrebbero aumentare le proprie esportazioni.
L’amministrazione Trump, insoddisfatta del rallentamento nei negoziati per un cessate il fuoco, appare decisa a utilizzare strumenti economici mirati per forzare un accordo, sottolineando la volontà di raggiungere una pace duratura, giusta e onorevole.






