Washington, 20 novembre 2025 – Gli Stati Uniti intensificano il loro impegno per la risoluzione del conflitto in Sudan, su sollecitazione del principe ereditario saudita Mohammed bin Salman. In una recente dichiarazione, il presidente Donald Trump ha rivelato di aver ricevuto una richiesta diretta dal leader saudita per intervenire in questa crisi che continua a destabilizzare la regione.
Trump e la pace in Sudan
Secondo quanto riferito da Trump, Mohammed bin Salman avrebbe sottolineato l’urgenza della situazione: «Mi ha detto ‘signore, si parla di molte guerre, ma c’è un posto sulla Terra chiamato Sudan ed è orribile quello che sta succedendo’». Questo appello ha spinto gli Stati Uniti a considerare attivamente una mediazione per porre fine alle ostilità che affliggono il Paese africano.
Trump ha inoltre descritto l’incontro come un momento di approfondimento culturale e storico, definendolo «davvero sorprendente» per la ricchezza delle informazioni ricevute sul Sudan. Ha affermato che «abbiamo già iniziato a lavorarci», indicando un avvio concreto di iniziative diplomatiche per affrontare il conflitto.
Poche ore dopo, il tycoon ha confermato quanto detto con un post su Truth. “Collaboreremo con l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti, l’Egitto e altri partner mediorientali per porre fine a queste atrocità, stabilizzando al contempo il Sudan”, si legge nel messaggio.
La crisi sudanese e il ruolo internazionale
Il Sudan, teatro di violenze e instabilità politica da anni, rappresenta una delle sfide più complesse nell’Africa subsahariana. Le tensioni tra fazioni armate e la fragilità delle istituzioni hanno portato a una crisi umanitaria che coinvolge milioni di civili. L’intervento richiesto dal principe ereditario saudita segna un tentativo di coinvolgimento diretto di attori internazionali chiave, con gli Stati Uniti in prima linea.
Mohammed bin Salman, figura di spicco nella politica mediorientale, continua a consolidare il suo ruolo di mediatore nelle crisi regionali e internazionali. Il suo appello agli Stati Uniti riflette una strategia diplomatica volta a stabilizzare aree di interesse strategico e a rafforzare le alleanze multilaterali.
Il dubbio ora è come e a sostegno di che fazione si schiereranno ora gli Stati Uniti. Se è vero che sui leader delle Rsf Washington, durante la presidenza Biden, ha imposto delle sanzioni, è anche vero che quelle sanzioni non le ha mai fatte rispettare. Inoltre, uno dei maggiori alleati della Casa Bianca nella regione sono gli Emirati Arabi Uniti, accusati più volte di sostenere le Rsf e le loro violenze per ottenere il controllo delle risorse africane.






