Washington, 23 giugno 2025 – A dieci giorni dall’escalation del conflitto tra Israele e Iran, e a sole 48 ore dall’attacco statunitense contro i siti nucleari di Teheran, il presidente americano Donald Trump ha annunciato un cessate il fuoco tra le due nazioni, definendo la tregua come la fine della cosiddetta “guerra dei 12 giorni”.
Trump annuncia il cessate il fuoco tra Israele e Iran
In un lungo post pubblicato sulla piattaforma Truth alle 18:10 ora americana (poco dopo la mezzanotte in Italia), Trump ha comunicato che un cessate il fuoco completo e totale sarebbe entrato in vigore in due fasi: l’Iran avrebbe iniziato la tregua dopo sei ore dall’annuncio, mentre Israele avrebbe seguito a partire dalla dodicesima ora. A ventiquattro ore dall’annuncio, secondo il presidente Usa, la guerra sarebbe ufficialmente considerata conclusa.
Trump ha così descritto i tempi della tregua: “Congratulazioni a tutti! È stato pienamente concordato tra Israele e Iran che ci sarà un cessate il fuoco completo e totale tra circa 6 ore da ora, quando Israele e Iran avranno concluso e completato le loro missioni in corso, per 12 ore, momento in cui la guerra sarà considerata finita!”. Ha inoltre ribattezzato il conflitto con un nome che richiama la storica guerra dei sei giorni del 1967.
Il presidente statunitense ha invitato entrambe le parti a mantenere la calma durante la tregua, sottolineando: “Vorrei congratularmi con entrambi i Paesi per aver avuto la resistenza, il coraggio e l’intelligenza per porre fine alla guerra dei 12 giorni”. Trump ha rivendicato il successo della sua gestione, definendo il conflitto che avrebbe potuto durare anni e devastare il Medio Oriente come concluso, aggiungendo un augurio finale: “Dio benedica Israele, Dio benedica l’Iran, Dio benedica il Medio Oriente, Dio benedica gli Stati Uniti e Dio benedica il mondo!”.
In un’intervista esclusiva rilasciata a NBC News subito dopo l’annuncio, Trump si è detto convinto che la tregua sarà “illimitata” e che Israele e Iran non si spareranno più.
Reazioni e situazione sul terreno
Al momento della dichiarazione, non sono arrivate reazioni ufficiali dai governi di Israele e Iran. Tuttavia, secondo fonti israeliane, la tregua sarebbe stata concordata in una riunione tra il presidente americano e il premier israeliano Benyamin Netanyahu già nella mattinata di lunedì. Mentre Trump annunciava la tregua, il gabinetto di sicurezza israeliano era riunito nel bunker di Tel Aviv.
Anche il primo ministro del Qatar, al Thani, ha confermato il raggiungimento di un accordo di cessate il fuoco tra le due parti. Secondo i media israeliani, il presidente Trump e il suo vice, J.D. Vance, avrebbero discusso della proposta con al Thani solo nelle ultime ore, dopo l’attacco iraniano alla base americana in Qatar, confermando il ruolo cruciale del Qatar nel mediare la tregua.
Da Teheran, a parte la minaccia delle Guardie della Rivoluzione di rispondere a eventuali nuovi attacchi Usa, è arrivata una conferma ufficiale tramite un funzionario alla Reuters sull’accettazione della tregua.
Nonostante l’accordo formale, analisti e osservatori internazionali ritengono probabile che gli attacchi reciproci possano continuare nella prima fase della tregua, come indicato dallo stesso Trump che ha previsto due momenti distinti per l’inizio del cessate il fuoco. In effetti, giornalisti presenti a Teheran hanno segnalato nuove esplosioni nella capitale subito dopo l’annuncio, mentre l’esercito israeliano ha emesso avvisi di evacuazione per alcune aree di Tel Aviv, anticipando operazioni militari nei quartieri di Mehran e nei distretti 6 e 7.
La Casa Bianca ha accolto con entusiasmo l’annuncio, definendolo un trionfo e sottolineando come Trump abbia raggiunto “ciò che nessun altro presidente nella storia avrebbe mai potuto immaginare: l’annientamento del programma nucleare del regime iraniano e un cessate il fuoco senza precedenti tra Israele e Iran”.
Il contesto e le implicazioni della tregua
Il cessate il fuoco tra Israele e Iran rappresenta un momento cruciale dopo una rapida escalation di tensioni che ha rischiato di trascinare il Medio Oriente in un conflitto prolungato e devastante. L’intervento diretto degli Stati Uniti con attacchi mirati ai siti nucleari iraniani, seguito da rappresaglie e attacchi contro basi americane, ha aumentato la pressione internazionale per trovare una soluzione immediata.
La mediazione del Qatar è stata determinante per giungere a questo accordo, dimostrando il ruolo strategico di Doha nel facilitare il dialogo tra le parti in causa. La Casa Bianca e i governi coinvolti sembrano voler evitare un’escalation militare ulteriore, anche se la situazione rimane fragile e gli scontri potrebbero non cessare immediatamente.
L’annuncio di Trump si inserisce in un quadro geopolitico complesso, segnato da interessi contrapposti e da una lunga storia di conflitti regionali. La speranza di un cessate il fuoco duraturo è condivisa da molti, ma la realtà sul terreno e le dichiarazioni delle fazioni coinvolte mostrano che la strada verso una pace stabile e definitiva è ancora lunga e irta di ostacoli.






