Washington, 5 agosto 2025 – Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato che la prossima settimana renderà note le percentuali dei dazi sui semiconduttori, una mossa che segue le precedenti misure tariffarie su acciaio, alluminio e automobili. L’annuncio è stato fatto durante un’intervista a Cnbc, in cui Trump ha precisato che i dazi entreranno in vigore “in un futuro non lontano”.
Nuovi dazi sui semiconduttori: i dettagli dell’annuncio di Trump
Trump ha confermato che l’introduzione delle tariffe sui chip è imminente e rappresenta un passo ulteriore nella strategia commerciale degli Stati Uniti volta a contrastare quelli che definisce “ingiusti squilibri commerciali” e barriere non tariffarie, con un particolare riferimento alla Cina. Il presidente ha spiegato che nessun Paese sarà esentato dai dazi, sottolineando che l’obiettivo è ridurre la dipendenza americana da fornitori esteri, soprattutto in settori strategici come quello tecnologico.
L’esenzione temporanea dai dazi per smartphone e pc, ha precisato il segretario al Commercio americano Howard Lutnick, sarà probabilmente sostituita entro uno o due mesi da tariffe specifiche sui semiconduttori, elemento chiave nelle catene di approvvigionamento elettronico. Questa decisione arriva in un contesto di tensioni commerciali con Pechino, che ha risposto sospendendo l’export di minerali strategici essenziali per l’industria tecnologica e militare.
Trump: “Se l’Ue non farà investimenti, i dazi saliranno al 35%”
Nel corso di un’intervista alla CNBC, il presidente Trump ha lanciato un monito all’Unione Europea: “Ci hanno assicurato 600 miliardi di dollari da investire come vogliamo. Se non arriveranno, alzerò i dazi al 35%”. Trump ha precisato che la riduzione delle tariffe al 15% era stata concessa esclusivamente in virtù di quella promessa: “È l’unica ragione per cui li ho abbassati”. Trump ha aggiunto che i dazi Usa sulle medicine potrebbero arrivare al 250%.
I possibili sostituti di Jerome Powell
Nel frattempo, Trump ha rinnovato il suo attacco a Jerome Powell, attuale presidente della Federal Reserve. Trump lo ha definito “molto politico” e ha criticato il suo operato per i ritardi nel taglio dei tassi d’interesse, sottolineando di avere già in mente alcuni nomi per la sua sostituzione.
Tra le figure citate figurano Kevin Warsh, ex governatore della Fed, e Kevin Hassett, attuale presidente del Consiglio dei consulenti economici della Casa Bianca. Escluso invece Scott Bessent, attuale segretario al Tesoro, per il quale Trump ha comunque avuto parole di stima: “Lo adoro, ma vuole restare al dipartimento”.
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