New York, 23 settembre 2025 – Donald Trump è intervenuto all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per la prima volta dalla sua rielezione, presentando un bilancio del suo operato e delineando la visione del suo secondo mandato. Secondo il presidente, il periodo precedente alla sua rielezione era segnato da crisi e disastri, mentre negli otto mesi dal ritorno in carica gli Stati Uniti hanno raggiunto una fase di massimo splendore, definita da Trump “l’età dell’oro dell’America”. L’intervento del tycoon è stato accolto dagli applausi dell’aula.
L’America di nuovo rispettata
Trump ha sottolineato come il Paese sia tornato a essere rispettato sulla scena internazionale. “Fino a poco tempo fa ci ridevano dietro”, ha dichiarato, elencando i successi ottenuti, a partire dalle politiche sull’immigrazione. Il presidente ha voluto rimarcare la ritrovata autorevolezza statunitense, ribadendo l’importanza di un approccio concreto e risultati tangibili piuttosto che di dichiarazioni simboliche.
Trump ha rivendicato di aver posto fine a sette guerre
Uno dei passaggi più applauditi dell’intervento ha riguardato la gestione dei conflitti internazionali. Trump ha affermato di aver messo fine a sette guerre considerate “non terminabili” in soli sette mesi. Pur riconoscendo la portata di questi risultati, il presidente ha lamentato la mancanza di riconoscimenti da parte delle Nazioni Unite, criticando l’Onu per “parole vuote” che, a suo avviso, non contribuiscono a risolvere i conflitti.
Le critiche di Trump all’Onu
Il tycoon ha espresso dubbi sull’efficacia complessiva dell’Onu, definendola lontana dal raggiungere il proprio potenziale. Ha raccontato un aneddoto personale relativo alla sua esperienza immobiliare a New York, quando aveva avanzato proposte per il rinnovamento della sede delle Nazioni Unite, sottolineando quanto il sistema possa fare di più, soprattutto nella gestione pratica delle crisi globali.
“Riconoscere la Palestina sarebbe una ricompensa per Hamas”
Durante il discorso, Trump ha affrontato anche la questione mediorientale, definendo il riconoscimento della Palestina come “una ricompensa per Hamas e i suoi attacchi”, e ha sollecitato la liberazione immediata degli ostaggi, ottenendo l’applauso dell’assemblea. Sempre nel campo della sicurezza internazionale, ha annunciato l’intenzione di usare l’intelligenza artificiale per contrastare lo sviluppo di armi biologiche, ribadendo l’impegno degli Stati Uniti a guidare la difesa globale in settori strategici e sensibili.
La guerra in Ucraina e i finanziatori globali
Durante il dibattito generale dell’80esima Assemblea Generale dell’Onu, Donald Trump ha indicato Cina e India come i principali sostenitori economici della guerra russa in Ucraina. Secondo il presidente statunitense, questi Paesi contribuiscono in maniera significativa al proseguimento del conflitto, alimentando così le tensioni e le sofferenze nel Paese europeo.
Trump critica la gestione dell’immigrazione in Europa
Trump ha poi rivolto dure critiche all’Onu per il modo in cui gestisce le migrazioni internazionali. A suo avviso, l’organizzazione incoraggerebbe indirettamente l’ingresso incontrollato di persone in determinati Paesi, contribuendo a quella che ha definito “un’invasione” dell’Europa da parte di migranti irregolari. Non sono mancate le critiche dirette al sindaco di Londra, Sadiq Khan, definito “terribile” nella gestione dei flussi migratori.
L’Iran e la questione nucleare
Trump ha chiuso il suo intervento ribadendo la posizione degli Stati Uniti sull’Iran, considerato il principale sponsor mondiale del terrorismo. Secondo il presidente, Teheran non deve in alcun modo ottenere armi nucleari, senza però fare riferimenti agli ultimi tentativi diplomatici per evitare il ripristino delle sanzioni internazionali.
Trump all’Onu: “Il cambiamento climatico è la più grande truffa di sempre”
Durante il suo intervento all’assemblea generale dell’Onu, Donald Trump ha definito il cambiamento climatico come “la più grande truffa mai perpetrata al mondo”. Il presidente statunitense ha criticato le politiche ambientali globali, sostenendo che abbiano avuto l’effetto principale di spostare la produzione industriale dai Paesi sviluppati a quelli più inquinanti, senza alcun reale beneficio per l’ambiente.
Trump ha inoltre puntato il dito contro la Cina, accusandola di contribuire significativamente all’inquinamento globale e di non rispettare le regole ambientali internazionali. Secondo il presidente, questo squilibrio rende inefficaci le politiche climatiche adottate dai Paesi occidentali.
L’uscita dall’accordo di Parigi
Nel suo discorso, Trump ha ricordato che gli Stati Uniti sono usciti dall’Accordo di Parigi durante il suo precedente mandato, definendolo un “accordo fasullo” che non avrebbe risolto i problemi climatici reali, ma avrebbe solo danneggiato l’economia americana.
Trump conferma l’incontro della prossima settimana con Lula
Trump ha commentato con tono positivo il suo breve incontro con il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva all’assemblea generale dell’Onu. Nonostante gli attacchi indiretti ricevuti durante il discorso di Lula, Trump ha raccontato di averlo abbracciato e definito la loro conversazione “buona chimica in soli 39 secondi”. Ha confermato che i due leader si incontreranno nuovamente la prossima settimana, aggiungendo con leggerezza: “Lui mi piace, io piaccio a lui”, suscitando qualche risata tra i presenti.
I dazi come difesa economica
Il presidente americano ha difeso l’uso dei dazi durante la sua amministrazione, spiegando che si tratta di uno strumento per proteggere la sovranità nazionale. Secondo Trump, tali misure servono a contrastare paesi che, a suo dire, hanno approfittato della precedente amministrazione e di “sleepy Joe Biden”.
Cristianità e religione perseguitata
Nel corso del suo intervento, Trump ha affermato che la cristianità è la religione più perseguitata al mondo, sottolineando la necessità di riconoscere e difendere i credenti in contesti internazionali complessi.
Critiche a Europa e politiche energetiche
Il presidente ha poi rivolto dure critiche all’Europa occidentale, sostenendo che l’immigrazione incontrollata e le politiche energetiche green rappresentino una minaccia per il futuro del continente. Secondo Trump, molti Paesi europei rimangono inattivi per motivi di correttezza politica, mettendo a rischio la stabilità della regione se non si interviene rapidamente.
Trump incontra Guterres: “Gli Usa sostengono l’Onu al 100%”
Durante un incontro con il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, Donald Trump ha ribadito l’impegno degli Stati Uniti a favore dell’Onu. “Gli Stati Uniti sostengono questa organizzazione al 100% – ha detto – anche se a volte non sono d’accordo. Il potenziale per promuovere la pace è enorme”.
Secondo quanto riferito dai giornalisti presenti, Guterres ha sottolineato il ruolo fondamentale degli Stati Uniti all’interno dell’Onu e ha apprezzato i contributi di Trump per iniziative legate alla pace. “Siamo pronti a collaborare per promuovere la pace”, ha dichiarato il segretario generale, evidenziando l’importanza di un impegno condiviso tra Washington e le Nazioni Unite.
Il presidente americano ha commentato con ironia alcuni inconvenienti tecnici dell’assemblea, come la scala mobile e il teleprompter non funzionanti, osservando che “succedono”. Tuttavia, ha ribadito con decisione: “Gli Stati Uniti sostengono le Nazioni Unite al 100%. Credo che l’Onu abbia un potenziale incredibile e possa fare moltissimo”.
Trump elogia il coraggio di Zelensky e si riserva un giudizio su Putin
Trump ha definito Volodymyr Zelensky “un uomo coraggioso” che “combatte con tutte le sue forze” nella guerra in Ucraina. Nel corso del loro incontro a margine dei lavori delle Nazioni Unite, il presidente americano ha sottolineato: “Vedremo come andrà a finire. Oggi avremo una riunione e ne sono previste circa trenta fino a tarda notte”.
Trump ha quindi ribadito il sostegno al popolo ucraino, affermando che gli Stati Uniti “nutrono grande rispetto per la battaglia che l’Ucraina sta conducendo”.
Interpellato sul rapporto con la Russia, il tycoon ha mantenuto un tono prudente, spiegando che “tra un mese farò sapere se mi fido ancora di Vladimir Putin”, lasciando intendere che ogni valutazione definitiva dipenderà dall’evoluzione della situazione internazionale.






