Washington, 26 luglio 2025 – La gestione del caso Ghislaine Maxwell da parte dell’amministrazione Trump continua a suscitare polemiche e dubbi, aggravando una situazione già complessa legata al controverso dossier su Jeffrey Epstein. Dopo due giorni di interrogatori condotti dal Vice Procuratore Generale Todd Blanche, ex avvocato personale di Donald Trump, emergono nuove preoccupazioni circa l’operato politico e giudiziario dell’amministrazione, che sembra più orientata a proteggere interessi personali piuttosto che a garantire trasparenza e giustizia.
Il controverso interrogatorio di Ghislaine Maxwell e le implicazioni politiche
La recente audizione di Ghislaine Maxwell, condannata nel 2022 a 20 anni di carcere per adescamento di minori e complicità nel traffico sessuale orchestrato da Jeffrey Epstein, rappresenta la prima mossa significativa dell’amministrazione Trump nel tentativo di dissipare le critiche per la gestione poco trasparente dei fascicoli legati a Epstein. Tuttavia, la scelta di affidare l’interrogatorio a Todd Blanche, figura politica e legale vicina a Trump, anziché a un procuratore apolitico e con una maggiore familiarità con il caso, ha alimentato il sospetto di un conflitto di interessi che potrebbe compromettere l’indipendenza delle indagini.
Le parole di Trump, rilasciate mentre si recava in Scozia, hanno drammaticamente accentuato i timori: il presidente ha lasciato intendere la possibilità di concedere una grazia a Maxwell, sottolineando di avere il potere per farlo e definendola un’ipotesi “non ancora valutata”. Un precedente simile si era avuto durante l’inchiesta sul Russiagate, quando Trump aveva lasciato aperta la possibilità di perdonare figure chiave coinvolte, un comportamento che era stato interpretato come potenziale ostacolo alla giustizia.
Dubbi sulla credibilità e motivazioni di Maxwell e dell’amministrazione
Maxwell è stata definita dal Dipartimento di Giustizia sotto la prima presidenza Trump una “bugiarda sfacciata”, in quanto accusata di aver mentito sotto giuramento durante una deposizione civile del 2016. Nonostante ciò, l’amministrazione attuale sembra disposta ad avvalersi delle sue dichiarazioni, potenzialmente influenzate dal suo interesse a ridurre la pena residua di 20 anni. Il suo avvocato, David Oscar Markus, ha apertamente elogiato Trump definendolo “il miglior negoziatore” e ha espresso ottimismo circa la possibilità di una grazia presidenziale.
La situazione è ulteriormente complicata da precedenti simili di interventi politici nella giustizia, come nel caso del sindaco di New York Eric Adams, dove furono contestate azioni giudiziarie sospette in cambio di concessioni politiche. Tali episodi aumentano la diffidenza verso un’amministrazione che pare più concentrata a proteggere i propri alleati e interessi che a perseguire una giustizia imparziale.
La politica Trump e le tensioni con il Congresso
Il Dipartimento di Giustizia, controllato da due ex legali di Trump, ha accelerato le audizioni per anticipare la convocazione di Maxwell da parte di una commissione della Camera che intende indagare più a fondo sulla vicenda Epstein. La decisione di non rendere pubblici i documenti relativi all’inchiesta ha spinto molti nel Congresso, incluso qualche repubblicano, a votare con i democratici per una supervisione più stringente. Lo scontro tra potere esecutivo e legislativo evidenzia l’intensificarsi delle tensioni interne e la difficoltà di Trump nel gestire una crisi che rischia di mettere in discussione la sua stessa credibilità politica.
Il coinvolgimento diretto di Trump e la possibilità di un intervento presidenziale sulla pena di Maxwell fanno emergere un quadro di forte politicizzazione della giustizia, alimentando accuse di corruzione e abuso di potere che potrebbero avere ripercussioni anche oltre i confini della questione Epstein.






