La tensione tra USA e Venezuela si è nuovamente intensificata nelle ultime settimane, con il presidente americano Donald Trump, tornato alla Casa Bianca nel gennaio di quest’anno per il suo secondo mandato non consecutivo, che ha lanciato un avvertimento diretto nei confronti del leader venezuelano Nicolás Maduro. In un’intervista rilasciata ieri a una rete televisiva statunitense, Trump ha dichiarato che “i giorni di Maduro sono contati”, confermando così la sua linea dura nei confronti del governo chavista.
Tensioni USA-Venezuela: intensificazione delle operazioni militari nel Mar dei Caraibi
Gli Stati Uniti hanno rafforzato la loro presenza militare nei Caraibi, organizzando il più imponente dispiegamento navale nella regione dagli anni della crisi missilistica di Cuba. La portaerei Gerald Ford, la più grande della marina Usa, è stata schierata insieme a tre navi da guerra e circa 4.000 militari, tra cui marines specializzati e una task force di incursori. A questo si aggiungono bombardieri B-1 e B-52, sottomarini nucleari e una flotta di elicotteri e droni da ricognizione. Il Pentagono ha confermato di aver condotto numerosi attacchi contro presunte navi dedite al traffico di droga, provocando decine di morti, senza però rendere pubbliche prove definitive sul coinvolgimento dei bersagli nel narcotraffico.
Parallelamente, il Corpo dei Marines ha svolto esercitazioni di sbarco a Porto Rico e, secondo fonti investigative, l’esercito Usa starebbe ammodernando la ex base navale di Roosevelt Roads, chiusa nel 2004, suggerendo preparativi per una presenza prolungata nell’area.
Maduro risponde con nuove strategie di difesa
Il presidente venezuelano, incriminato negli Stati Uniti per narcotraffico e accusato di narco-terrorismo, ha reagito ordinando la creazione di un’applicazione mobile, integrata nel sistema governativo VenApp, per consentire ai cittadini di segnalare in tempo reale attività sospette o presunte minacce alla sicurezza nazionale. Maduro ha inoltre dichiarato che le Forze Armate Nazionali Bolivariane sono preparate a difendere il paese da ogni aggressione esterna, sottolineando la volontà di resistere alle pressioni di Washington.
Il Cremlino, attraverso il portavoce Dmitrij Peskov, ha annunciato di monitorare con attenzione la situazione, auspicando che la crisi non degeneri in un conflitto aperto. Mosca ha riferito di una possibile richiesta venezuelana di supporto militare, inclusa la fornitura di missili e sistemi radar, a testimonianza dell’escalation delle tensioni.
Aspetti legali e strategici delle operazioni USA
Il Dipartimento di Giustizia americano ha informato il Congresso che le operazioni militari contro il narcotraffico in America Latina non rientrano sotto la War Powers Resolution del 1973, permettendo così a Trump di proseguire i raid senza necessità di ulteriori autorizzazioni parlamentari. Gli attacchi sono in gran parte condotti con droni da distanze tali da evitare il coinvolgimento diretto delle truppe, secondo quanto dichiarato da un funzionario dell’amministrazione.
Questa nuova fase di scontri diplomatici e militari riflette la determinazione di Trump nel contrastare l’influenza di Maduro e la sua presunta rete di narcotraffico, ma al contempo alimenta il rischio di un’escalation che coinvolgerebbe gli attori regionali e internazionali, con riflessi sulle dinamiche geopolitiche dell’area caraibica.






