Tensioni Venezuela-Colombia: in un clima di crescenti tensioni internazionali, il presidente venezuelano Nicolás Maduro ha ordinato l’avvio di esercitazioni militari negli stati di Táchira, Apure e Amazonas, territori al confine. La mossa si inserisce in un contesto di crescente pressione da parte degli Stati Uniti, guidati dall’amministrazione Trump, che ha manifestato l’intenzione di intensificare la lotta contro il narcotraffico nel Paese sudamericano.
Venezuela: mobilitazione militare al confine con la Colombia
In un messaggio audio diffuso su Telegram, Maduro ha annunciato che sarà attivata “l’intera forza militare di difesa globale, difesa popolare e difesa di polizia” nell’ambito dell’Operazione Indipendenza 200, con lo scopo di rafforzare la sicurezza nazionale. Le esercitazioni si concentreranno nelle regioni di Táchira, Apure e Amazonas, aree strategiche di confine dove si registrano movimenti di gruppi armati e traffici illeciti.
Questa decisione arriva dopo le dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che ha confermato di aver autorizzato la CIA a condurre operazioni segrete in Venezuela, senza escludere possibili attacchi terrestri contro i cartelli della droga venezuelani. Trump ha motivato l’azione con la necessità di contrastare l’aumento del narcotraffico e l’esodo di venezuelani verso gli Stati Uniti, accusando Caracas di aver svuotato prigioni e manicomi per inviare detenuti e malati di mente oltre il confine.
Duro scontro diplomatico e accuse reciproche
Washington accusa il governo di Maduro di essere alla guida di una vasta rete di narcotrafficanti con ramificazioni internazionali, tra cui organizzazioni terroristiche come il cartello Tren de Aragua. Gli Stati Uniti hanno aumentato la taglia per la cattura di Maduro a 50 milioni di dollari, sostenendo che il presidente venezuelano sia coinvolto direttamente nel traffico di cocaina e narco-terrorismo.
Caracas respinge fermamente queste accuse, denunciandole come un pretesto per un cambio di regime finalizzato a impadronirsi delle riserve petrolifere venezuelane. Il ministro degli Esteri Yván Gil ha annunciato che il Venezuela porterà il caso davanti al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e al Segretario Generale dell’ONU, mentre il Parlamento venezuelano ha preannunciato azioni legali contro gli Stati Uniti per le minacce e le aggressioni.
Nel frattempo, anche la Colombia esprime preoccupazione per la possibile escalation militare, con il presidente Gustavo Petro che avverte sui rischi di un’invasione e sulle conseguenze di un inasprimento del contrasto al narcotraffico nella regione.
L’attuale scenario riflette un durissimo confronto tra Caracas e Washington, che si trascina da oltre un decennio, con Maduro al potere dal 2013 e Trump nuovamente presidente dal 2025, determinato a mettere fine al regime chavista tramite misure che includono la pressione militare e legale.






