A meno di 24 ore dalla firma di un accordo di cessate il fuoco tra Thailandia e Cambogia, le tensioni lungo il confine tra i due Paesi del Sud-est asiatico sono nuovamente esplose. L’esercito thailandese ha accusato formalmente la Cambogia di aver violato la tregua, denunciando l’ingresso di oltre 250 droni nel proprio territorio nella notte tra lunedì e martedì. Il governo di Phnom Penh ha respinto le accuse, affermando che non ci sono stati spari o attacchi da parte delle sue forze armate.
Tensioni tra Thailandia e Cambogia: accuse di violazione e risposta diplomatica
L’esercito thailandese ha definito l’incursione dei droni provenienti dalla Cambogia come una “provocazione” e una “flagrante violazione” dell’accordo di cessate il fuoco siglato il 28 dicembre in Malesia, sotto la mediazione degli Stati Uniti e della Malesia stessa. Il generale maggiore Winthai Suvaree ha riferito che i combattimenti si sono arrestati solo dopo un incontro urgente tra i comandanti militari dei due Paesi, durante il quale si è deciso di fermare i movimenti delle truppe e di istituire squadre di coordinamento in vista del comitato di confine congiunto previsto per l’inizio di agosto.
Il Ministero degli Esteri thailandese ha rilasciato una nota ufficiale in cui sottolinea come l’attacco notturno con armi leggere e granate da parte delle forze cambogiane costituisca un atto di aggressione e una chiara mancanza di buona fede. Bangkok ha inoltre presentato un reclamo formale alle autorità della Malesia, degli Stati Uniti e della Cina, chiedendo un intervento per garantire il rispetto della tregua.
La situazione sul campo e il ruolo internazionale
Nonostante la tregua, la situazione sul confine rimane fragile. Diverse famiglie evacuate hanno iniziato a tornare nelle loro case, ma la paura di nuovi scontri è ancora diffusa tra la popolazione civile. Le tensioni si sono accumulate da maggio, con almeno 41 morti e oltre 260.000 sfollati a causa delle ostilità. Il ministro della Difesa cambogiano, Tea Seiha, ha ammesso alcuni “incidenti” durante l’attuazione della tregua, ma ha ribadito che le forze armate di Phnom Penh rispettano gli accordi e ha annunciato l’arrivo di osservatori internazionali per monitorare la situazione.
L’accordo di cessate il fuoco è stato fortemente voluto dagli Stati Uniti, che hanno esercitato pressioni su entrambi i Paesi per fermare i combattimenti e salvaguardare i negoziati commerciali in corso. Il Segretario di Stato americano Marco Rubio ha ribadito l’impegno della Casa Bianca per una cessazione immediata delle ostilità, mentre il presidente Trump ha contattato personalmente i leader di Thailandia e Cambogia per sostenere la tregua e promettere supporto nei negoziati economici.
Sul campo, però, la tensione rimane alta e le accuse reciproche indicano che la pace rimane precaria, con il rischio di ulteriori escalation nelle prossime settimane.






