Per motivi di sicurezza nazionale. Stop ai visti per gli studenti stranieri ad Harvard
Il dialogo tra Xi Jinping e Donald Trump continua a essere uno degli snodi più significativi nelle relazioni internazionali, soprattutto in un contesto globale segnato da tensioni e nuovi equilibri geopolitici. La telefonata tra il presidente cinese e quello statunitense, riportata dal network statale CCTV e confermata dalle autorità cinesi, riflette un interesse comune nel perseguire una cooperazione pragmatica nonostante le divergenze.
Vietati i viaggi negli Stati Uniti da 12 Paesi
Donald Trump ha imposto un divieto di ingresso negli Stati Uniti da 12 Paesi: Afghanistan, Ciad, Repubblica del Congo, Eritrea, Guinea Equatoriale, Haiti, Iran, Libia, Myanmar, Somalia, Sudan e Yemen. Il divieto ha lo scopo di proteggere il Paese da “terroristi stranieri e altre minacce alla sicurezza nazionale”, si legge in una nota diffusa dalla Casa Bianca.
Trump ha anche deciso di limitare parzialmente l’ingresso dei cittadini di 7 Paesi: Burundi, Cuba, Laos, Sierra Leone, Togo, Turkmenistan e Venezuela. Le restrizioni, si sottolinea nella nota della Casa Bianca, si applicano sia ai migranti che ai non migranti.
Il presidente americano ha affermato di aver deciso il divieto dopo l’attacco anti-semita a Boulder, in Colorado. Tuttavia, l’Egitto, Paese d’origine dell’attentatore Mohamed Soliman, non è tra i Paesi colpiti dal provvedimento.
Le dinamiche del rapporto Trump-Xi: dialogo e contrasti
Il presidente cinese Xi Jinping, leader carismatico e figura centrale della quinta generazione di leadership cinese, ha recentemente inviato un messaggio di congratulazioni a Donald Trump in occasione del suo insediamento nel 2025 come 47esimo presidente degli Stati Uniti. Durante la conversazione avuta nel corso della telefonata, Xi ha sottolineato l’importanza di mantenere una relazione stabile, salutare e sostenibile tra le due potenze, auspicando un confronto fondato sul rispetto reciproco, la coesistenza pacifica e la cooperazione vantaggiosa per entrambi. Xi ha ribadito che Cina e Stati Uniti devono gestire le differenze con dialogo e ampliare la collaborazione per il bene comune globale.
D’altro canto, Donald Trump, noto per il suo approccio da imprenditore e per le sue politiche militanti in ambito migratorio e commerciale, mantiene una posizione complessa: da una parte ha imposto restrizioni all’ingresso negli Usa da diversi Paesi (quelli già sopracitati, ndr), e dall’altra ha aperto a un possibile riavvicinamento con la Cina come partner strategico, specie nel settore tecnologico e minerario.
Stop ai visti per gli studenti stranieri ad Harvard
Trump, che ha di recente imposto limiti ai visti per studenti stranieri ad Harvard, ha manifestato anche l’intenzione di indagare sulla salute cognitiva del suo predecessore Biden, alimentando ulteriori tensioni interne. Il presidente Usa ha ordinato al dipartimento di Giustizia di aprire un’indagine sul presunto insabbiamento dello stato di salute di Joe Biden e del peggioramento della sua salute cognitiva. Lo riferisce la Casa Bianca in una nota. Dura la reazione di Biden che ha definito le accuse di Trump “ridicole e false”. Il presidente americano accusa l’entourage del suo predecessore di aver cercato di nascondere al pubblico il decino del suo stato mentale
Trump ha inoltre annunciato di aver vietato i visti per gli studenti stranieri ad Harvard. “Ho deciso – si legge in una nota – che è necessario limitare l’ingresso di cittadini stranieri che cercano di entrare negli Stati Uniti esclusivamente o principalmente per partecipare a un corso di studi presso Harvard o a un programma di scambio ospitato dall’università”.
La politica energetica e le implicazioni globali
Un aspetto cruciale del confronto Trump-Xi riguarda la politica energetica. L’amministrazione Trump ha rilanciato la produzione energetica interna statunitense, con particolare attenzione al carbone e alle fonti fossili, smantellando regolamentazioni ambientali introdotte dall’era Obama. Questo orientamento ha suscitato preoccupazioni a livello internazionale, considerato che la Cina, sotto la guida di Xi, si è posta come leader nella transizione verso energie pulite e nella promozione della cooperazione globale sul clima.
Nonostante il negazionismo climatico di Trump e la sua retorica critica nei confronti degli accordi internazionali, la Cina ha incrementato la sua influenza nel Sud-Est asiatico, attraverso iniziative come la Nuova Via della Seta e la cooperazione con i Paesi del ‘Greater Mekong Subregion’, favorendo lo sviluppo sostenibile e il commercio regionale. Xi ha riaffermato che la cooperazione educativa e scientifica tra Cina e Usa deve rimanere fuori da logiche politiche strumentali, sottolineando il danno che le restrizioni americane arrecano all’immagine internazionale statunitense.
Tra Mosca e Washington: la geopolitica del nuovo ordine mondiale
Parallelamente, Xi Jinping ha rafforzato l’alleanza strategica con la Russia, visitando Mosca in occasione di importanti celebrazioni storiche e pubblicando un editoriale che evidenzia la volontà di contrastare le politiche americane volte a isolare i due Paesi. Questa alleanza rappresenta una sfida diretta al modello occidentale guidato dagli Usa e pone le basi per una nuova configurazione multipolare.
Nel frattempo, Donald Trump, che è tornato alla Casa Bianca nel 2025, tenta di riformulare il ruolo americano nel mondo, bilanciando un’agenda nazionalista e protezionista con la necessità di relazioni pragmatiche, soprattutto con la Cina, principale concorrente tecnologico ed economico. Il possibile incontro tra i due leader, ipotizzato in occasione dei rispettivi compleanni a giugno, potrebbe rappresentare un momento cruciale per ridefinire equilibri e alleanze in un mondo sempre più complesso e interconnesso.






