Oltre 500 soldati taiwanesi hanno preso parte alle esercitazioni militari Northern Strike 2025, svoltesi nei pressi del lago Michigan, negli Stati Uniti, come riportato ieri dalla testata militare Stars and Stripes, organo del Pentagono. Le manovre, organizzate dalla Guardia nazionale del Michigan, hanno coinvolto complessivamente 7.500 militari provenienti da 36 paesi e territori di tutto il mondo.
Esercitazioni Northern Strike e focus sull’Indo-Pacifico
L’edizione di quest’anno delle esercitazioni, conclusasi domenica, ha simulato scenari di conflitto nella regione Indo-Pacifica, abbandonando il tradizionale orientamento verso l’Europa. Questo cambio di strategia riflette un maggiore interesse delle forze armate statunitensi verso un possibile scontro in Asia, in particolare nei pressi di Taiwan.
Secondo un alto ufficiale della Guardia nazionale del Michigan, citato da Stars and Stripes, Taiwan è partner degli Stati Uniti nelle esercitazioni dal 2021. La cooperazione militare tra Washington e Taipei si è intensificata negli ultimi anni: Mei Fu-shing, analista dell’Institute for National Security and Research di Taipei, ha sottolineato che gli Stati Uniti hanno fornito munizioni reali ai generali taiwanesi durante le manovre del 2024, evidenziando un livello di collaborazione crescente.
Tensioni in aumento nel Mar Cinese Meridionale
Contestualmente alle esercitazioni statunitensi, la Cina ha mobilitato aerei da combattimento e navi da guerra attorno a Taiwan, definendo tali movimenti “esercitazioni” denominate Joint Sword 2024B. Pechino ha motivato queste manovre come un “severo avvertimento” rivolto alle forze “separatiste” dell’isola, senza escludere l’uso della forza per riportare Taiwan sotto il proprio controllo.
Le autorità di Taipei hanno reagito con ferme condanne, evidenziando che l’isola deve “fare affidamento su se stessa per la propria sicurezza”. La guardia costiera di Taiwan ha inoltre arrestato un cittadino cinese in una delle isole periferiche, sospettato di intrusione durante le manovre cinesi. Il presidente taiwanese William Lai ha convocato un incontro di alto livello del Consiglio di sicurezza nazionale per coordinare la risposta alle crescenti minacce militari.
Gli Stati Uniti, pur essendo il principale sostenitore internazionale e fornitore di armi di Taiwan, non hanno legami diplomatici formali né un trattato di difesa con l’isola, pertanto non sono obbligati a intervenire in caso di attacco cinese. Questo scenario accentua la complessità delle relazioni nella regione, dove la tensione continua ad aumentare.





