Riad, 6 novembre 2025 – L’Arabia Saudita, insieme a Stati Uniti, Egitto ed Emirati Arabi Uniti, ha avanzato una proposta di tregua umanitaria di tre mesi per il Sudan, nel tentativo di porre un freno al conflitto che dal 15 aprile 2023 insanguina il Paese africano. Lo ha annunciato un alto funzionario saudita, membro del gruppo di mediazione denominato Quad, impegnato in negoziati per una soluzione pacifica.
Proposta di tregua e mediazione internazionale
Il gruppo Quad ha messo sul tavolo un piano che prevede una tregua umanitaria estesa a tutto il territorio sudanese per la durata di tre mesi, durante la quale si cercherà di organizzare in Arabia Saudita un incontro tra le due parti in conflitto: l’esercito regolare del Sudan e le Forze di Supporto Rapido (RSF), il gruppo paramilitare che ha dichiarato la propria disponibilità a rispettare la tregua. Martedì scorso, però, la proposta era stata respinta dall’esercito. Lo scopo dichiarato è di avviare negoziati per un accordo di pace permanente e una transizione verso un governo civile.
Il conflitto vede contrapposti il generale Abdel Fattah Abdelrahman Burhan, comandante delle Forze armate sudanesi, e Mohamed Hamdan Dagalo, capo delle RSF. La guerra ha provocato finora circa 60.000-150.000 morti e oltre 11 milioni di sfollati, rappresentando la peggiore crisi umanitaria a livello mondiale con oltre 30 milioni di persone bisognose di aiuti.
La crisi umanitaria in Sudan e le condizioni nel Darfur
La situazione in Darfur, in particolare nella città di El-Fasher, è drammatica: dopo un assedio durato 18 mesi, le RSF hanno preso il controllo della città, dove rimangono intrappolate circa 260.000 persone. Secondo fonti umanitarie come Emergency e testimonianze di missionari, sono in corso esecuzioni sommarie, saccheggi e violenze diffuse, con gravi carenze di cibo, acqua e assistenza sanitaria. La Corte penale internazionale ha denunciato possibili crimini di guerra e contro l’umanità.
Padre Angelo Giorgetti, economo generale dei Comboniani, ha definito la situazione una “carneficina” e ha lanciato un appello affinché l’attenzione internazionale non si spenga, sottolineando la necessità di interventi concreti di natura politica e umanitaria. Anche Papa Leone XIV ha recentemente esortato a un cessate il fuoco e all’apertura urgente di corridoi umanitari, mentre le Nazioni Unite confermano l’estensione della carestia in più regioni del Paese.
Il Consiglio di difesa sudanese si riunirà oggi per valutare la proposta di pace, che prevede una tregua seguita da un cessate il fuoco permanente e una transizione di nove mesi verso un governo civile, ma il piano incontra resistenze da parte del governo di Khartum, che esclude dal processo le due forze militari principali.
La mediazione internazionale e la pressione diplomatica rimangono quindi al centro degli sforzi per scongiurare ulteriori tragedie e stabilizzare una regione provata da oltre due anni di conflitto.





