Frank-Walter Steinmeier, presidente federale tedesco, ha sottolineato come Putin abbia infranto l’ordine di sicurezza europeo con la guerra in Ucraina
Il presidente federale tedesco, Frank-Walter Steinmeier, ha rilasciato una dichiarazione di forte impatto durante un discorso al Bundestag, evidenziando un paradosso inquietante della storia recente. In occasione dell’ottantesimo anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale, Steinmeier ha affermato che “i liberatori di Auschwitz sono diventati i nuovi aggressori”, un’affermazione che riporta alla luce le complessità della memoria storica e del presente.
Lezioni dal passato
Il discorso ha messo in evidenza come la lezione appresa dagli orrori del passato sembri svanire nel contesto attuale. Steinmeier ha sottolineato che, con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, il presidente Vladimir Putin ha infranto l’ordine di sicurezza europeo che si era cercato di costruire dopo la guerra. Questo ordine, per decenni, ha mirato a garantire la stabilità e a evitare conflitti su larga scala, basandosi sulle esperienze traumatiche delle guerre mondiali e delle dittature totalitarie.
L’importanza della memoria storica
Il presidente tedesco ha richiamato l’attenzione sull’importanza di non dimenticare il passato, avvertendo che gli insegnamenti delle dittature e dei conflitti non devono essere dati per scontati. La sua riflessione si inserisce in un contesto più ampio, in cui il mondo sembra affrontare nuovamente tensioni geopolitiche e una crescente insicurezza, alimentate da ideologie aggressive e nazionalistiche.
Responsabilità della Germania
Steinmeier ha anche enfatizzato la responsabilità della Germania nella promozione della pace e della sicurezza in Europa, invitando i leader mondiali a riflettere sulle conseguenze delle loro azioni nel presente. La sua dichiarazione non è solo una commemorazione del passato, ma un richiamo urgente affinché il mondo non ripeta gli errori già commessi. In un’epoca in cui le cicatrici della storia sono ancora presenti, il monito del presidente tedesco risuona forte: la memoria storica deve guidare le scelte future per garantire un’Europa pacifica e coesa.






