Pedro Sánchez ha risposto alle dure parole del presidente USA sulla questione dei dazi: ecco cosa ha detto
Il premier spagnolo Pedro Sánchez ha espresso con fermezza la posizione dell’Unione Europea riguardo alla recente escalation dei dazi commerciali imposti dagli Stati Uniti. All’arrivo al Consiglio europeo di oggi, Sánchez ha sottolineato che la politica commerciale è gestita centralmente da Bruxelles, che negozia a nome di tutti gli Stati membri, ribadendo così il ruolo unitario dell’UE nelle controversie internazionali.
La posizione della Spagna sui dazi
Il capo del governo di Madrid ha evidenziato che le misure tariffarie statunitensi sono “ingiuste e unilaterali”, con un impatto particolare sulla Spagna, che presenta con gli Stati Uniti un deficit commerciale e non un surplus. “La Spagna è un Paese aperto e considera gli Stati Uniti un Paese amico”, ha aggiunto Sánchez, rimarcando la volontà di mantenere buoni rapporti bilaterali nonostante le tensioni.
Il contesto globale e le reazioni dei mercati
Nel frattempo, i mercati finanziari internazionali mostrano segnali di ripresa dopo le recenti turbolenze causate dall’ondata di dazi voluti dall’amministrazione Trump. Le Borse asiatiche hanno registrato un rimbalzo, con Tokyo che chiude in rialzo del 6,02%, mentre la Borsa di Milano apre in progresso con il Ftse Mib a +1,22%. Anche i future di Wall Street sono positivi, riflettendo una temporanea distensione dopo giorni di pesanti perdite.
Sul fronte diplomatico, oltre alla presa di posizione europea, si segnalano tentativi di dialogo tra Washington e vari partner commerciali. Il primo ministro giapponese Shigeru Ishiba ha recentemente chiesto una revisione urgente dei dazi statunitensi, mentre il segretario al Tesoro Usa Scott Bessent ha aperto alla possibilità di negoziati, invitando le controparti a presentare offerte.
La situazione resta però delicata, con la Cina che continua a chiedere la cancellazione dei dazi unilaterali e a definire le misure americane come “unilateralismo, protezionismo e bullismo economico”. Il futuro delle relazioni commerciali internazionali rimane quindi incerto, con l’Europa che si presenta compatta e determinata a negoziare a tutela degli interessi comuni.






