Israele ha ufficialmente riconosciuto il Somaliland come “Stato indipendente e sovrano”, diventando il primo Paese al mondo a compiere questo passo verso la repubblica autoproclamata che si è separata dalla Somalia nel 1991. L’annuncio è arrivato dall’ufficio del primo ministro Benyamin Netanyahu, che ha confermato la firma di una dichiarazione congiunta tra il premier israeliano, il ministro degli Esteri Gideon Saar e il presidente del Somaliland. Un atto destinato ad avere forti ripercussioni regionali e internazionali.
Somaliland: i confini e il peso della storia coloniale
In Africa, definire confini stabili è sempre stato un esercizio complesso. L’enorme estensione del continente e la profonda frammentazione etnica, linguistica e tribale hanno reso i confini politici spesso astratti e fragili. Le linee tracciate dalle potenze coloniali europee con “matita e righello” si sono cristallizzate nel tempo, diventando quasi intoccabili, anche quando non riflettono le realtà sul terreno. Il Somaliland rappresenta uno dei paradossi più evidenti di questa eredità: uno Stato funzionante, ma privo – fino ad oggi – di riconoscimento.

Dal Regno di Axum alla Somalia britannica
Il territorio dell’attuale Somaliland ha attraversato secoli di dominazioni: dai sultanati locali al Regno di Axum, dall’Impero ottomano all’Egitto di Isma’il Pascià, fino alla spartizione coloniale sancita dalla Conferenza di Berlino del 1884. La Gran Bretagna istituì il Protettorato della Somalia Britannica nel 1886, mentre l’Italia e la Francia si divisero il resto della regione. L’occupazione non fu pacifica: la lunga guerra dei Dervisci, guidata da Mohammed Hassan, impegnò gli inglesi per vent’anni, fino al 1920.
Dall’indipendenza all’isolamento internazionale: la storia del Somaliland
Il Somaliland ottenne l’indipendenza dal Regno Unito il 26 giugno 1960 e, pochi giorni dopo, scelse tramite referendum di unirsi alla Somalia italiana per formare la Repubblica Somala. Ma il progetto unitario si infranse con la guerra civile del 1991, che portò al collasso dello Stato somalo. Da allora, l’ex Somalia britannica si è autoproclamata Repubblica del Somaliland, mantenendo stabilità politica e istituzioni democratiche, ma senza alcun riconoscimento internazionale fino alla mossa israeliana.
Il nodo geopolitico del Mar Rosso e le sfide future
Negli ultimi mesi, il Somaliland è tornato al centro dell’attenzione con la firma di un Memorandum d’intesa con l’Etiopia, che consentirebbe ad Addis Abeba l’accesso al Mar Rosso attraverso il porto di Berbera e la possibilità di installare una base militare costiera. In cambio, il Somaliland spera nel riconoscimento della propria sovranità. L’accordo ha però innescato forti tensioni nel Corno d’Africa, alimentando un fronte contrario composto da Egitto, Eritrea, Gibuti e Somalia, mentre la Turchia si propone come mediatrice.
In questo contesto altamente militarizzato e strategico, il Somaliland si muove su un terreno scivoloso, alla ricerca di sponsor internazionali che possano aprire la strada al riconoscimento globale. Ma dovrà anche guardarsi dalle dinamiche interne: in una regione dove clan e alleanze possono cambiare rapidamente, identità e confini restano spesso fragili, scritti — come insegna la storia africana — sulla sabbia.






