Prosegue senza esito la crisi politica negli Stati Uniti, con il Senato che per la sesta volta consecutiva non è riuscito ad approvare il disegno di legge sui finanziamenti al governo federale, mentre lo shutdown entra nell’ottavo giorno.
Nuovo voto al Senato: nessuna maggioranza per fermare lo shutdown
Il Senato americano ha respinto la proposta repubblicana, già approvata dalla Camera dei Rappresentanti, con 54 voti favorevoli e 45 contrari, ben al di sotto dei 60 voti necessari per il via libera. La misura avrebbe permesso di finanziare temporaneamente il governo e mettere fine alla paralisi amministrativa. Tra i voti favorevoli si sono distinti tre senatori democratici, mentre solo un senatore repubblicano, Rand Paul del Kentucky, ha votato contro la proposta. Parallelamente, è stata respinta anche la versione democratica del disegno di legge sui finanziamenti, che includeva diverse disposizioni relative all’assistenza sanitaria.
Rand Paul e il ruolo dei senatori nel dibattito sul bilancio
Rand Paul, noto senatore repubblicano del Kentucky e figura di spicco della corrente libertaria del Partito Repubblicano, si è confermato l’unico esponente del suo partito a votare contro la proposta repubblicana. Paul è spesso critico nei confronti delle politiche di spesa e ha una lunga storia di opposizione a misure che, a suo avviso, non riducono sufficientemente la spesa pubblica. La sua posizione, coerente con il suo profilo di “conservatore costituzionale”, contribuisce a mantenere il blocco al Senato.
Nel frattempo, la situazione politica italiana prosegue con l’Assemblea del Senato della Repubblica convocata per il 9 ottobre, con in programma la discussione del Documento programmatico di finanza pubblica e un question time con il Ministro per le imprese e il made in Italy, Adolfo Urso. Le attività parlamentari italiane si concentrano su temi interni, mentre negli Stati Uniti la crisi dello shutdown continua a generare incertezza sul futuro dei finanziamenti governativi.






