In Serbia le proteste studentesche si intensificano: i ragazzi chiedono elezioni anticipate, rifiutate in precedenza. Il presidente Vucic accusa il movimento di ipocrisia e danneggiamento dell’economia
In Serbia, le manifestazioni studentesche stanno continuando a intensificarsi, con i giovani che chiedono elezioni anticipate. Questa richiesta segna un cambiamento significativo rispetto alla loro posizione precedente. Le proteste sono emerse in un contesto di tensioni sociali e politiche, alimentate da una crisi economica e dalla gestione del governo. I manifestanti, inizialmente mobilitati per chiedere giustizia dopo la tragica sparatoria di Novi Sad avvenuta lo scorso novembre, ora si rivolgono direttamente al presidente Aleksandar Vučić, accusandolo di ignorare le loro rivendicazioni.
La reazione del governo
Il presidente Vučić ha risposto alle nuove richieste con un tono accusatorio, evidenziando l’ipocrisia degli studenti. Secondo lui, il movimento, che era inizialmente focalizzato sulla lotta contro la corruzione e sul miglioramento delle condizioni di studio, si è trasformato in una mera strumentalizzazione politica. Le sue dichiarazioni mettono in luce la preoccupazione del governo riguardo all’impatto delle proteste sull’economia del Paese, con un calo previsto del tasso di crescita economica dal 4,2% al 3,5% e una riduzione significativa degli investimenti esteri.
Le manifestazioni in corso
Le manifestazioni hanno assunto forme diverse nel corso delle settimane. A Belgrado, i manifestanti hanno bloccato l’ingresso alla sede della televisione pubblica RTS, creando disagi alla programmazione e attirando l’attenzione dei media. A Novi Sad, la situazione è diventata tesa, con scontri tra studenti e forze di polizia durante un sit-in presso la Facoltà di Sport e Educazione Fisica. Questi eventi hanno portato a un aumento della vigilanza da parte delle autorità, che hanno promesso di intervenire per mantenere l’ordine.
Il contesto politico attuale
Le ultime elezioni serbe si sono tenute nel dicembre 2023. Dopo le dimissioni del governo guidato da Miloš Vučević, è stato insediato un nuovo esecutivo sotto la guida di Đuro Mačut. Tuttavia, la pressione esercitata dal movimento di protesta continua a mettere in discussione la stabilità dell’attuale governo, creando un clima di incertezza politica e sociale. Con il proseguire delle manifestazioni, la Serbia si trova a un bivio cruciale: le richieste degli studenti potrebbero trasformarsi in un catalizzatore per un cambiamento politico significativo.






