Pechino, 2 dicembre 2025 – La Cina ha reso noto un ritrovamento straordinario nel campo minerario, con la scoperta del più vasto giacimento d’oro mai individuato sul territorio nazionale dal 1949. Situato nella provincia nordorientale del Liaoning, il deposito di Dadonggou rappresenta uno dei più significativi a livello globale degli ultimi decenni. Secondo le stime ufficiali del Ministero delle Risorse Naturali cinese, il giacimento contiene circa 2,586 milioni di tonnellate di minerale con un tenore medio di oro pari a 0,56 grammi per tonnellata, traducendosi in circa 1.444 tonnellate d’oro. Al valore attuale dei mercati, la riserva ammonta a un valore superiore ai 190 miliardi di dollari, sottolineandone l’importanza strategica ed economica.
Un giacimento maxi nel cuore della Cina
Il giacimento si colloca nel Distretto Minerario di Liaodong, al margine settentrionale del cratone della Cina settentrionale, una regione geologicamente favorevole per la presenza di depositi auriferi di rilievo. Le rocce metamorfiche e magmatiche antiche hanno creato condizioni ideali per la formazione di vene d’oro, generate da fluidi minerali intrappolati nelle fratture della crosta terrestre. L’esplorazione, durata appena 15 mesi, ha coinvolto circa 1.000 tecnici e operai, che hanno effettuato 219 perforazioni su un’area di 32 chilometri quadrati, un’estensione che suggerisce un potenziale minerario addirittura superiore alle prime valutazioni.
Sebbene la concentrazione di oro nel minerale sia relativamente bassa, con solo 0,56 grammi per tonnellata, l’enorme volume di roccia disponibile rende l’estrazione economicamente sostenibile, soprattutto in un contesto di prezzi dell’oro in crescita. Il deposito ha già superato una prima valutazione di fattibilità economica, nonostante i costi operativi elevati derivanti dalla necessità di processare grandi quantità di materiale.

Strategia nazionale e investimenti per un polo minerario integrato
Lo sviluppo del giacimento è affidato al Liaoning Geological and Mining Group, società statale che ha stretto partnership con il China National Gold Group e il Governo Municipale di Yingkou. Il progetto prevede investimenti per 2,82 miliardi di dollari fino al 2027, mirati a costruire una filiera completa che copra dall’esplorazione all’estrazione, dalla lavorazione alla fusione del minerale fino alla produzione di manufatti in oro.
Questa iniziativa si inserisce nel quadro più ampio della politica economica cinese, che punta all’autosufficienza nell’approvvigionamento di materie prime strategiche. La Cina, primo produttore mondiale di oro, consuma tuttavia quasi il triplo di quanto estrae: nel 2024 la produzione nazionale è stata di 377,24 tonnellate, mentre il consumo interno ha superato le 985 tonnellate, trainato anche da una domanda crescente di lingotti e monete da parte della classe media e delle banche centrali emergenti.






