Berlino, 30 aprile – Il Tribunale di Hanau ha annullato l’udienza dopo dubbi sulle condizioni di salute dell’uomo. Questo rappresenta probabilmente l’ultimo processo riguardante i crimini nazionalsocialisti, con accuse legate a circa 3.300 prigionieri uccisi nel campo di Sachsenhausen
Un ex membro delle SS è deceduto all’età di 100 anni. Nei prossimi mesi l’uomo avrebbe dovuto affrontare un processo penale, che ora è stato annullato. La morte dell’imputato, accusato di aver partecipato all’omicidio di migliaia di prigionieri durante la sua carriera nelle SS, lascia dietro di sé interrogativi profondi sulla giustizia e sulla memoria storica.
Un processo storico che non si terrà
La notizia della morte è stata comunicata dal Tribunale di Hanau, dove il caso era stato avviato. Già lo scorso anno, la procura aveva deciso di incriminare l’ex guardiano, allora novantanovenne, ma le sue condizioni di salute avevano portato a una sospensione temporanea del procedimento. Un ricorso della procura presso il Tribunale superiore di Francoforte aveva riaperto le porte al processo, ma ora, con la morte dell’imputato, la questione si chiude senza un verdetto.
Le atrocità del passato
Questo caso rappresentava un’opportunità per affrontare e fare i conti con il passato oscuro del nazismo. Il procuratore Torsten Kunze aveva sottolineato l’importanza di non dimenticare le atrocità commesse durante la Seconda Guerra Mondiale, affermando che questo processo potrebbe essere l’ultimo di questo tipo. Le accuse contro l’ex membro delle SS erano gravi: si stima che circa 3.300 prigionieri siano morti sotto la sua sorveglianza nel campo di Sachsenhausen, situato nei pressi di Berlino. Le uccisioni avvenivano tra luglio 1943 e febbraio 1945, un periodo in cui il regime nazista intensificava la sua politica di sterminio.






