Parigi, 19 ottobre 2025 – Nicolas Sarkozy, ex presidente della Repubblica francese, si appresta a varcare le porte del carcere parigino della Santé, diventando il primo ex capo di Stato francese e dell’Unione europea a dover scontare una pena detentiva. La condanna a cinque anni di reclusione è stata inflitta nell’ambito del processo riguardante i presunti finanziamenti illeciti provenienti dalla Libia di Muʿammar Gheddafi, per la campagna elettorale del 2007.
La sentenza e l’esecuzione provvisoria della pena
Il 25 settembre scorso, i giudici francesi hanno disposto l’immediata incarcerazione di Sarkozy per il reato di associazione a delinquere, senza attendere l’esito dell’appello. La decisione è stata motivata dalla “gravità eccezionale dei fatti”, che, secondo la corte, potrebbero compromettere la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. Nonostante l’ex presidente abbia presentato ricorso, si applica una esecuzione provvisoria della pena, una misura rara, giustificata dall’importanza simbolica e politica del caso.
Nel carcere della Santé, Sarkozy sarà probabilmente confinato in una delle quindici celle di isolamento, di circa nove metri quadrati, sorvegliate 24 ore su 24. La detenzione prevede un’ora d’aria quotidiana in solitudine e l’accesso su turnazione alla palestra e alla biblioteca. I suoi avvocati hanno comunque annunciato l’intenzione di chiedere la sospensione della pena in attesa dell’appello.
Le reazioni e il contesto politico
L’ex presidente ha definito la condanna “un errore giudiziario” e ha dichiarato di affrontare la detenzione “con dignità” e “a testa alta”. Il figlio Louis Sarkozy ha invitato i sostenitori a manifestare davanti alla loro abitazione martedì mattina, in segno di solidarietà.
La sentenza ha suscitato reazioni contrastanti nel panorama politico francese: dalla difesa dei giudici da parte del Partito Socialista e dei Verdi, che sottolineano la coerenza tra le accuse e la condotta politica di Sarkozy, agli attacchi della destra, che denuncia una “repubblica dei giudici” e sostiene l’ex presidente con esponenti come Laurent Wauquiez e Marine Le Pen.
Il processo ha coinvolto dodici imputati; oltre a Sarkozy, sono stati condannati ex ministri come Claude Guéant (sei anni) e Brice Hortefeux (due anni), mentre Eric Woerth, tesoriere della campagna, è stato assolto. Le indagini hanno evidenziato un complesso sistema di finanziamenti illeciti con intermediari internazionali, sebbene non siano state raccolte prove di versamenti diretti dalla Libia, come sostenuto da Saif Gheddafi, figlio del defunto leader libico.
Questo caso si inserisce in una serie di procedimenti giudiziari che hanno coinvolto Sarkozy, già condannato in passato per corruzione e gestione illecita di campagne elettorali, ma mai prima d’ora sottoposto a detenzione.






