Città del Vaticano, 31 luglio 2025 – Nel contesto della conferenza di alto livello delle Nazioni Unite dedicata alla “risoluzione pacifica della questione palestinese e all’attuazione della soluzione dei due Stati”, l’arcivescovo Gabriele Giordano Caccia, osservatore permanente della Santa Sede presso l’Onu, ha ribadito con fermezza che “la soluzione dei due Stati, basata su confini sicuri e riconosciuti a livello internazionale, è l’unica via praticabile ed equa verso una pace giusta e duratura”. L’evento, promosso da Francia e Arabia Saudita, si è concluso ieri a New York e ha visto la partecipazione di numerosi rappresentanti internazionali.
Riconoscimenti formali e diritti inalienabili
Durante il suo intervento, l’arcivescovo Caccia ha evidenziato i fondamenti giuridici e politici che sostengono la soluzione dei due Stati, ricordando il riconoscimento formale dello Stato di Israele sancito dall’Accordo fondamentale del 1993 e quello dello Stato di Palestina con l’Accordo globale del 2015. Un punto centrale del discorso ha riguardato il sostegno ai diritti inalienabili del popolo palestinese, incluso il diritto all’autodeterminazione e le legittime aspirazioni a vivere in libertà, sicurezza e dignità all’interno di uno Stato indipendente e sovrano.
L’arcivescovo Caccia evidenzia il ruolo unico di Gerusalemme
L’arcivescovo Caccia ha inoltre sottolineato l’importanza religiosa e culturale universale di Gerusalemme, città sacra per cristiani, ebrei e musulmani, e ha ribadito la richiesta della Santa Sede per uno statuto speciale garantito a livello internazionale che superi le divisioni politiche. Tale statuto dovrebbe assicurare la dignità e i diritti di tutti gli abitanti e dei fedeli delle tre religioni monoteistiche, garantendo l’uguaglianza davanti alla legge, la conservazione dell’identità unica della città e la protezione dei Luoghi Santi, con il diritto di accesso e culto senza ostacoli. Caccia ha espresso preoccupazione per la crescente percezione di minacce nei confronti della comunità cristiana nella Città Vecchia di Gerusalemme, definendo tale situazione “deplorevole”.
L’arcivescovo Gabriele Giordano Caccia, nominato osservatore permanente della Santa Sede all’Onu nel novembre 2019, ha così riaffermato la posizione della Santa Sede, fondata su un impegno diplomatico costante e una visione di pace fondata sul dialogo e sul rispetto reciproco.






