Salisburgo, 8 ottobre 2025 – Nel cuore di Salisburgo, sulle pendici del Kapuzinerberg, si riaccende una controversia che coinvolge il magnate Wolfgang Porsche e la storia culturale della città. Il noto imprenditore, erede della dinastia automobilistica Porsche, ha infatti intrapreso gli scavi per realizzare un tunnel privato sotto l’area verde che collega direttamente il centro cittadino con il garage situato sotto l’ex villa di Stefan Zweig, il celebre scrittore austriaco.
Wolfgang Porsche e il progetto contestato
Nato nel 1943 a Stoccarda e naturalizzato austriaco, Wolfgang Porsche è presidente del Consiglio di sorveglianza di Porsche AG e primo azionista di Porsche Automobil Holding SE. Nel 2019 ha acquisito per 9 milioni di euro il “Paschinger Schlössl”, la villa storica sul Kapuzinerberg che fu di Stefan Zweig, e da allora ha avviato una ristrutturazione profonda della proprietà. Tra i lavori, oltre a un garage sotterraneo capace di ospitare otto vetture di lusso, Porsche ha ottenuto l’autorizzazione per scavare un tunnel privato che permetta di raggiungere il centro città dallo stesso garage.
Il progetto ha però scatenato una forte reazione da parte dei residenti e delle associazioni ambientaliste. Ventimila firme sono state raccolte per bloccare i lavori, accusando il magnate di usufruire di un “trattamento di favore” e di compromettere un’area naturale protetta. Il passaggio privato sotto il Kapuzinerberg, infatti, attraversa un terreno pubblico, per il quale Porsche verserà una somma giudicata irrisoria: appena 48 mila euro. La petizione sottolinea come il tunnel rappresenti un simbolo di ingiustizia sociale, alimentando il malcontento tra i cittadini.
La storia di Stefan Zweig e la collina simbolo
Il luogo scelto da Porsche per la sua residenza ha un valore storico e culturale profondo. Nel 1917, al culmine del suo successo letterario, Stefan Zweig acquistò il Paschinger Schlössl, apprezzandone la natura “romantica, impraticabile” e soprattutto “inaccessibile alle auto”. Zweig visse nella villa fino al 1934, quando l’ondata antisemita legata all’ascesa del nazismo lo costrinse a vendere la casa. La collina boscosa che domina Salisburgo è stata immortalata dallo scrittore nel suo capolavoro autobiografico, Il mondo di ieri, come un luogo quasi mitico, raggiungibile solo attraverso una salita composta da oltre cento scalinate.
Il progetto del tunnel, che si propone di modificare radicalmente l’accesso a questa zona, è visto da molti come un’offesa alla memoria dello scrittore e un’alterazione di un bene pubblico tutelato.
Il ruolo della politica e le divisioni in città
Nonostante l’opposizione popolare, il Comune di Salisburgo ha già concesso il via libera al progetto all’inizio del 2024, con il sostegno di socialdemocratici, popolari e nazional-liberali. A settembre dello stesso anno, la Commissione edilizia ha confermato il permesso, nonostante il dissenso di Verdi e Partito Comunista, che rappresentano una parte significativa della coalizione di governo cittadina.
La situazione politica è complicata dalla figura del sindaco, Bernhard Auinger, ex rappresentante sindacale nel Consiglio di sorveglianza di Porsche, che appare riluttante a opporsi all’ex datore di lavoro, sostenendo di non poter intervenire su un progetto già ereditato dalla precedente amministrazione. Questa posizione ha alimentato ulteriormente il dibattito e la divisione tra i cittadini.
L’episodio richiama una riflessione sul rapporto tra potere economico e tutela del patrimonio pubblico, e riporta alla luce le contraddizioni di una città che si confronta con la presenza di élite internazionali e con la necessità di preservare la propria identità culturale e naturale.






