Washington, 7 novembre 2025 – Nel corso dell’arrivo del premier ungherese Viktor Orban alla Casa Bianca, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha lasciato aperta la porta a un possibile incontro con il presidente russo Vladimir Putin, dichiarando che “c’è sempre una possibilità” di un faccia a faccia tra i due leader. L’incontro con Orban, invece, ha toccato temi delicati come la guerra in Ucraina e le sanzioni americane contro il settore energetico russo.
Trump e l’incontro con Putin: una possibilità sempre aperta
Il presidente Donald Trump, rispondendo ai giornalisti, non ha escluso un futuro colloquio con Vladimir Putin, pur senza entrare nel dettaglio di tempi o condizioni. Questa dichiarazione arriva in un momento cruciale per la geopolitica mondiale, con tensioni ancora elevate a causa del conflitto in Ucraina e delle complesse dinamiche che coinvolgono Mosca e Washington. La possibilità di un dialogo diretto tra i due leader potrebbe rappresentare un importante passo verso una possibile distensione, in un quadro internazionale ancora segnato da incertezze.
Nonostante le sue dichiarazioni, occorre ricordare che non è la prima volta che il tycoon si lascia andare a della affermazioni che poi cadono nel vuoto. Ad agosto, dopo il summit con lo zar in Alaska, Trump aveva affermato che ci sarebbe stato un “trilaterale” con anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky entro la fine del mese: incontro mai avvenuto. Pochi mesi dopo, aveva rilanciato con un vertice con Putin a Budapest: qualche giorno dopo lo stesso Trump aveva fatto marcia indietro.
Donald Trump ha espresso la sua preferenza per una sede specifica in vista di un possibile vertice con il presidente russo Vladimir Putin. “Se ci fosse un incontro con Putin, vorrei che fosse a Budapest”, ha dichiarato Trump, sottolineando così il ruolo centrale che l’Ungheria potrebbe assumere nelle dinamiche diplomatiche internazionali.
La visita di Viktor Orban alla Casa Bianca e le questioni energetiche
Durante il suo incontro bilaterale allo Studio Ovale, Trump ha accolto il primo ministro ungherese Viktor Orban definendolo “un grande leader”. Tuttavia, il presidente statunitense ha evitato di rispondere direttamente a una domanda riguardante la possibilità di esentare l’Ungheria dalle sanzioni sul petrolio russo, un tema molto sensibile visto il ruolo strategico di Budapest nel contesto europeo. La guerra in Ucraina e le sanzioni economiche restano al centro dei colloqui tra i due Paesi, in un momento in cui l’Europa cerca un equilibrio tra solidarietà con Kiev e necessità energetiche.
Viktor Orban ha ottenuto da Donald Trump l’esenzione dalle sanzioni sul petrolio e il gas russi. Lo ha detto il premier ungherese in un incontro con la stampa all’ambasciata, secondo quanto riportato da Bloomberg. L’esenzione sarebbe a tempo indeterminato.
Il nodo delle sanzioni e la posizione ungherese
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato di considerare la possibilità di concedere un’esenzione all’Ungheria dalle sanzioni sul petrolio russo. La questione è stata affrontata durante un incontro bilaterale con il primo ministro ungherese Viktor Orbán, che ha sottolineato le difficoltà del suo Paese nel reperire fonti alternative di petrolio e gas, data la mancanza di sbocchi sul mare.
Trump ha spiegato che la situazione ungherese è “molto difficile” perché, a differenza di altri paesi, Budapest non può facilmente importare petrolio e gas da altre aree. Orbán ha anticipato che spiegherà direttamente a Trump le conseguenze economiche e sociali per il popolo ungherese qualora l’Ungheria fosse esclusa da una possibile esenzione alle sanzioni statunitensi. L’Ungheria, infatti, dipende per l’86% del suo fabbisogno petrolifero dalla Russia, una quota che è aumentata dall’inizio del conflitto in Ucraina, nonostante gli sforzi dell’Unione Europea per ridurre l’energia russa.
Secondo dati del think tank statunitense Consiglio Atlantico, questa dipendenza energetica ha generato circa 5,4 miliardi di euro di entrate fiscali per il Cremlino dall’invasione ucraina. Mentre molti Stati membri dell’UE hanno tagliato o interrotto le importazioni di combustibili fossili russi, l’Ungheria ha mantenuto e in alcuni casi aumentato le forniture da Mosca.
Trump: “Rispetto per Orbán e critica all’Europa sull’immigrazione”
Nel corso del faccia a faccia con Orbán, Trump ha evidenziato il suo “bellissimo rapporto con tutti i leader europei” ma ha esortato i Paesi dell’Unione europea a mostrare maggiore rispetto verso il primo ministro ungherese e la sua nazione. Il presidente americano ha inoltre criticato le politiche migratorie dell’Europa, affermando che “l’Europa ha fatto gravi errori sull’immigrazione, che la sta fortemente danneggiando. Orbán no”. Ha definito il leader ungherese “un grande leader rispettato da tutti”, ribadendo un appoggio netto alle posizioni di Budapest in materia di immigrazione e sovranità nazionale.
Orbán parla di “età dell’oro” nei rapporti con gli USA
Viktor Orbán, dal canto suo, ha definito l’incontro con Trump “l’apertura di un nuovo capitolo” nelle relazioni bilaterali tra Stati Uniti e Ungheria. “È bello rivederla alla Casa Bianca. Siamo qui per inaugurare un’età dell’oro nei rapporti Usa-Ungheria”, ha affermato, cogliendo l’occasione per criticare duramente l’amministrazione Biden, accusata di aver “distrutto i rapporti tra i due Paesi”. Orbán si conferma così un alleato strategico di Trump, contrapponendosi nettamente all’attuale esecutivo democratico di Washington.
In questo contesto, si inserisce anche la recente telefonata di due ore tra Trump e Putin, avvenuta alla vigilia della visita a Washington di Volodymyr Zelensky. Trump ha definito il colloquio “molto produttivo” e confermato la volontà di incontrare Putin a Budapest per verificare la possibilità di porre fine al conflitto in Ucraina. Prima di questo vertice, sono previsti incontri tra delegazioni di alto livello per preparare il terreno diplomatico, con la partecipazione anche di rappresentanti ucraini impegnati a rafforzare la cooperazione militare ed economica con gli Stati Uniti.






