La Procura generale della Russia ha annunciato l’incriminazione di 41 dirigenti ed ex dirigenti ucraini, accusati di genocidio nei confronti della popolazione delle regioni di Donetsk e Lugansk a partire dal 2014. Tra gli indagati non figura il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, mentre sono inclusi personaggi di spicco come l’ex presidente Petro Poroshenko, il ministro della Difesa Denys Shmygal, e i capi delle forze armate ucraine, tra cui Valeriy Zaluzhny e Oleksandr Syrsky.
Russia: le accuse di genocidio della Procura
Secondo il capo d’imputazione, dopo il rovesciamento del presidente filo-russo Viktor Yanukovich e la salita al potere di un governo filo-occidentale, gli accusati avrebbero ordinato l’uso di armi da fuoco, veicoli corazzati, aerei da combattimento, missili e artiglieria contro civili con l’intento di commettere un genocidio. La Procura sostiene che quasi 5.000 civili siano stati uccisi e 13.500 feriti, compresi 1.275 minori, mentre oltre 2,3 milioni di persone sono state costrette a lasciare le loro abitazioni. La popolazione complessiva di Donetsk e Lugansk sarebbe diminuita da 6,5 a 4,5 milioni.






