Il vice segretario del Consiglio di Sicurezza nazionale russo, Dmitry Medvedev, ha risposto duramente all’ultimatum di trump alla Russia
Mosca, 15 luglio 2025 – Dmitry Medvedev, vice segretario del Consiglio di Sicurezza nazionale russo ed ex presidente della Federazione Russa, ha liquidato come un semplice “ultimatum teatrale” la recente dichiarazione di Donald Trump, presidente degli Stati Uniti, che ha minacciato dazi del 100% contro la Russia qualora entro 50 giorni non venga raggiunto un accordo di pace in Ucraina.
La dura replica di Medvedev all’ultimatum di Trump
Medvedev ha commentato con sarcasmo e disprezzo le parole di Trump, definendo la sua minaccia come un tentativo di creare tensione internazionale senza alcun effetto reale sulla Russia. “Trump ha lanciato un ultimatum teatrale al Cremlino, il mondo è rabbrividito aspettando le conseguenze, la bellicosa Europa è rimasta delusa, alla Russia non è importato niente”, ha scritto l’ex presidente sul suo account X, sottolineando la completa indifferenza di Mosca verso la pressione americana.
Nel contempo, Trump ha ribadito che gli Stati Uniti continueranno a fornire armi a Kiev, ma pretendono che i Paesi europei ne sostengano i costi.
Contesto geopolitico e tensioni in aumento
Le dichiarazioni di Medvedev si inseriscono in un quadro di crescenti tensioni fra Russia, Stati Uniti e i loro rispettivi alleati. La politica di Trump, che punta a rilanciare l’industria americana con misure protezionistiche e ad esercitare pressione economica attraverso i dazi, si scontra con la strategia russa di rafforzamento militare e rifiuto di compromessi senza condizioni favorevoli.
Medvedev, noto per il suo ruolo di censore dell’Occidente nella leadership moscovita, ha più volte espresso posizioni dure, criticando aspramente le sanzioni occidentali definite “illegittime” e paragonandole a metodi mafiosi, e denunciando il sostegno occidentale a Kiev come un pericolo che potrebbe sfociare in un conflitto nucleare.
Questa nuova escalation verbale arriva in un momento in cui la comunità internazionale osserva con apprensione la possibilità di un ulteriore allargamento del conflitto ucraino, mentre l’Unione Europea si prepara a nuove sanzioni contro Mosca e il governo americano insiste nel suo sostegno militare a Kiev, scaricandone però i costi finanziari sugli alleati europei.






