In Russia è stato arrestato un oppositore politica che aveva criticato l’esercito e l’operazione in Ucraina: la vicenda
Lev Shlosberg, vicepresidente del partito d’opposizione Yabloko, è stato arrestato dalle autorità russe con l’accusa di “ripetuto discredito dell’esercito”. L’arresto, avvenuto nella città di Pskov durante una perquisizione domiciliare e negli uffici del politico, si inserisce nel più ampio contesto di repressione contro chi critica apertamente la guerra in Ucraina. Le accuse si basano principalmente su un video pubblicato online in cui Shlosberg auspicava un cessate il fuoco e definiva il conflitto una “sanguinosa partita a scacchi”.
L’arresto di Lev Shlosberg e le accuse di discredito
Secondo le fonti, tra cui il Moscow Times e France-Presse, il procedimento penale contro Shlosberg si fonda sull’articolo 280.3 del Codice penale russo, che vieta di fatto ogni critica all’invasione russa in Ucraina. Nel luglio 2024, il politico era già stato multato per aver diffuso un appello dell’attore Arnold Schwarzenegger contro la guerra, e ora rischia una condanna fino a tre anni di carcere. Le autorità hanno negato ogni contatto familiare con il dissidente, una prassi denunciata da organizzazioni come Amnesty International che documentano la sistematica strategia russa di isolamento e repressione dei detenuti politici.
Nonostante l’arresto, Shlosberg, iscritto nell’elenco degli “agenti stranieri” dal 2022, ha continuato a svolgere attività pubbliche critiche nei confronti del governo, violando l’obbligo di etichettare i suoi post come provenienti da un agente straniero, motivo di un precedente procedimento penale nel 2023. Domani è prevista l’udienza per valutare eventuali misure preventive a suo carico.
Yabloko, l’unico partito di opposizione legale e la repressione politica in Russia
Il partito Yabloko, fondato nel 1993 e noto per la sua posizione socioliberale filo-occidentale, resta una delle poche realtà politiche di opposizione legali in Russia, sebbene con una rappresentanza parlamentare esigua. Nonostante il clima di intimidazione e la detenzione di numerosi suoi membri, Yabloko continua a denunciare la guerra in Ucraina, chiedere la liberazione dei prigionieri politici e sostenere la riforma della giustizia e dei diritti umani nel Paese.
Il vicepresidente Shlosberg rappresenta una delle voci dissidenti che, pur sotto pressione e rischio di detenzione, non ha abbandonato la Russia, diventando un simbolo della resistenza interna contro le politiche autoritarie e la censura imposta dal Cremlino.