Il ministro degli Esteri della Russia, Sergej Lavrov, ha lanciato un duro monito contro l’ipotesi di utilizzare gli asset russi congelati per finanziare Kiev. In un’intervista rilanciata dall’agenzia Ria Novosti, Lavrov ha definito tale operazione “un inganno e una rapina”, sottolineando che non esiste alcuna legittimità legale per estorcere fondi alla Russia in questo modo.
Lavrov sugli asset russi: “Ingiustificata confisca delle riserve russe”
Lavrov ha criticato la posizione della Commissione Europea, accusandola di interpretare in maniera cinica la Carta delle Nazioni Unite e le norme internazionali, incluse le disposizioni sull’immunità sovrana e sull’inviolabilità degli asset delle banche centrali. “La confisca delle nostre riserve auree e valutarie non salverà i protetti di Kiev dell’“Europa unita””, ha affermato il capo della diplomazia russa, aggiungendo che il governo ucraino non sarà in grado di ripagare i suoi debiti, né intende farlo.
Risposta russa e rischi per l’Europa
Il ministro ha inoltre avvertito che la Russia risponderà “in modo appropriato, nel rispetto del principio di reciprocità, degli interessi nazionali e della necessità di risarcire i danni causati”. Lavrov ha evidenziato che non tutti i paesi europei sono disposti a sostenere ciecamente queste misure, che comportano “gravi rischi per la reputazione dell’eurozona come polo economico”. Ha quindi lasciato aperta la possibilità che Bruxelles e altre capitali occidentali possano ripensare la loro strategia, abbandonando quella che ha definito “un’avventura pianificata”.
Queste dichiarazioni arrivano in un contesto di tensione crescente tra Mosca, Kiev e l’Occidente, dove la questione degli asset congelati rappresenta uno dei nodi più controversi della crisi geopolitica in corso. Lavrov, che guida la diplomazia russa dal 2004, conferma così la linea dura di Mosca nel rispondere alle sanzioni e alle mosse finanziarie decise dall’Unione Europea e dagli Stati Uniti.






