Dmitrij Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa e ex presidente della Russia, ha lanciato un nuovo allarme riguardo alla situazione geopolitica nel Nord Europa, in particolare sulla Finlandia. In un articolo pubblicato dall’agenzia Tass, Medvedev ha denunciato un presunto crescente pericolo militare in Finlandia, definendola come una possibile “punta di attacco” contro la Russia.
Medvedev teme attacchi dalla Finlandia: le sue parole
Secondo Medvedev, la recente adesione della Finlandia alla NATO e l’espansione dell’alleanza fino al confine russo avrebbero creato una situazione di grande tensione. L’ex presidente russo ha sottolineato come in Finlandia sia stata istituita una solida base per la presenza permanente di truppe statunitensi, configurando così un pericoloso avamposto a ridosso della frontiera russa. “Helsinki sta seguendo una linea di preparazione alla guerra e probabilmente sta preparando una testa di ponte per un attacco alla Russia”, ha scritto in tono allarmistico Medvedev, che già in passato ha assunto posizioni dure nei confronti dell’Occidente.
Rievocazione storica e accuse pesanti
Medvedev non si è limitato a denunciare la situazione attuale, ma ha anche evocato motivazioni storiche, affermando che la Finlandia abbia “dato tutte le ragioni a Mosca di rivedere il rifiuto di richiedere compensazioni per i danni causati durante la Seconda Guerra Mondiale”. L’ex presidente ha ricordato come la Finlandia, allora alleata del Terzo Reich, sia stata “responsabile dello scatenamento della Seconda Guerra Mondiale, così come la Germania”. Queste affermazioni, particolarmente forti, mirano a giustificare una posizione russa di allerta e possibile revisione delle relazioni con Helsinki.
Medvedev, da riformista a “falco” della politica russa
Dmitrij Medvedev, nato a Leningrado nel 1965, è stato presidente della Russia dal 2008 al 2012 e ha ricoperto il ruolo di primo ministro fino al 2020. Dopo essere stato allontanato dalla guida del governo da Vladimir Putin, è diventato vicepresidente del Consiglio di sicurezza, posizione dalla quale ha assunto un profilo sempre più aggressivo in politica estera. I suoi post su Telegram sono spesso caratterizzati da toni fortemente bellicosi, con minacce di risposta nucleare contro “i nemici della Russia” e avvertimenti sull’avvicinarsi di un conflitto su larga scala.
Medvedev ha così trasformato la sua immagine da riformista moderato del primo mandato presidenziale a una figura considerata “falco” del Cremlino, in cerca di riabilitazione politica e di riaffermazione all’interno dell’apparato di potere russo. Le sue dichiarazioni sulla Finlandia rientrano in questo quadro di tensione crescente tra Russia e Occidente, con Helsinki che rappresenta un punto nevralgico nel delicato equilibrio militare e diplomatico nell’area baltica.






