Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha definito “positivo” il fatto che gli Stati Uniti, nella loro nuova strategia di sicurezza nazionale, non indichino più la Russia come una minaccia diretta. Il riferimento è al documento recentemente pubblicato dall’amministrazione del presidente americano Donald Trump, che segna una svolta rispetto agli approcci delle precedenti presidenze statunitensi.
Un cambio di tono nelle relazioni Russia-USA
Intervistato dall’agenzia Tass, Peskov ha sottolineato come il messaggio contenuto nella strategia di sicurezza nazionale firmata da Trump rappresenti un netto distacco dalle tradizionali narrative di ostilità. “Consideriamo questo un passo positivo”, ha dichiarato, aggiungendo che il Cremlino si impegnerà a esaminare nel dettaglio il documento per valutarne tutte le implicazioni. Il portavoce ha sottolineato che, complessivamente, i nuovi messaggi statunitensi sono “certamente in contrasto con gli approcci precedenti”.
La strategia di Trump, pubblicata senza grandi annunci ma con significativi contenuti, propone una maggiore attenzione degli Usa all’emisfero occidentale, con l’obiettivo di contrastare migrazioni, narcotraffico e l’ascesa di potenze rivali, come la Cina. Al contempo, la Russia non figura più come minaccia nel documento, mentre l’Europa viene invece criticata per un presunto declino politico e culturale.
Strategia di sicurezza Usa: da minaccia a partner complesso
Nel testo si evidenzia la volontà degli Stati Uniti di negoziare una rapida cessazione delle ostilità in Ucraina, con l’obiettivo di stabilizzare l’Europa e ristabilire una stabilità strategica con la Russia. Il documento riconosce inoltre l’importanza dell’alleanza transatlantica, pur sottolineando la necessità che “l’Europa rimanga europea” e corregga la sua traiettoria attuale.
Il portavoce Peskov ha confermato che il Cremlino analizzerà a fondo le disposizioni del documento per comprenderne le possibili conseguenze sulle relazioni bilaterali. La nuova posizione statunitense, che vede la Russia uscire dalla lista delle minacce dirette, rappresenta un elemento di novità nella complessa dinamica geopolitica che caratterizza il rapporto tra Mosca e Washington.






