Rio de Janeiro, 31 ottobre 2025 – La polizia di Rio de Janeiro ha reso pubblica l’identità di 99 presunti trafficanti uccisi durante la maxioperazione condotta nei complessi di Penha e Alemão, due delle più grandi favelas della città. L’operazione ha causato oltre 130 vittime, segnando uno dei momenti più drammatici nella lotta contro il crimine organizzato nella metropoli brasiliana.
Penha e Alemão: centri nevralgici del Comando Vermelho
Secondo quanto riferito dal segretario della Polizia Civile, Felipe Curi, i complessi di Penha e Alemão sono divenuti il quartier generale nazionale del Comando Vermelho, una delle più potenti organizzazioni criminali del Paese. Qui, infatti, si svolgono addestramenti tattici con armi da fuoco, esplosivi e tecniche di combattimento, formando criminali che poi tornano nei loro Stati d’origine per diffondere la cultura della “facção”.
Le indagini hanno rivelato che il gruppo gestiva un traffico di circa dieci tonnellate di droga al mese e disponeva di una cinquantina di fucili mensili. Inoltre, Penha e Alemão fungevano da importante hub di distribuzione per almeno 24 comunità di Rio, tra cui Maré, Rocinha, Jacarezinho e Salgueiro.
Non solo Rio de Janeiro: radici in altri Stati brasiliani
Dai dati diffusi emerge che 39 dei presunti trafficanti uccisi provenivano da altri Stati del Brasile, confermando l’espansione geografica del Comando Vermelho. Tra le vittime figurano membri dell’organizzazione attivi in regioni come Amazzonia, Bahia, Pará, Goiás ed Espírito Santo. Di questi, 78 avevano precedenti penali per omicidio e traffico di droga, mentre 42 risultavano latitanti.
Questa operazione rappresenta un colpo significativo al network criminale che ha radici profonde sia a livello locale che nazionale, con Penha e Alemão al centro di un sistema di comando e controllo criminale esteso su larga scala.





