Gli Stati Uniti hanno imposto nuove sanzioni a 10 individui e 27 entità, inclusi legami con la compagnia petrolifera nazionale iraniana
Il governo degli Stati Uniti ha recentemente annunciato l’imposizione di severe sanzioni contro l’Iran, colpendo dieci individui e ventisette entità legate al settore petrolifero. Questa decisione, comunicata dal Dipartimento di Stato americano, si concentra in particolare su aziende e cittadini iraniani, nonché su soggetti operanti negli Emirati Arabi Uniti e a Hong Kong. Tra le entità coinvolte si trovano almeno due società con legami diretti alla compagnia petrolifera nazionale iraniana.
Nuove restrizioni in un contesto di tensione geopolitica
Le nuove sanzioni si inseriscono in un contesto di crescente tensione geopolitica e sono state attuate per contrastare le attività di riciclaggio di miliardi di dollari orchestrate da un gruppo di individui, tra cui i fratelli Mansour, Nasser e Fazlolah Zarringhalam. Secondo le autorità statunitensi, questi soggetti hanno utilizzato un sistema complesso di società di facciata per gestire quelli che vengono definiti come fondi illeciti, creando una vera e propria “banca ombra” per l’Iran. Questo sistema ha permesso loro di eludere le normative internazionali e di continuare a finanziare attività considerate inaccettabili dagli Stati Uniti.
Impatto sulle esportazioni di petrolio iraniane
Le sanzioni statunitensi non solo mirano a danneggiare l’economia iraniana, già provata da anni di misure restrittive, ma anche a inviare un segnale chiaro riguardo al contributo dell’Iran alla destabilizzazione della regione. Gli esperti evidenziano che queste misure potrebbero avere un impatto significativo sulle esportazioni di petrolio iraniane, una delle principali fonti di reddito per il governo di Teheran.
Reazioni alle sanzioni
Le reazioni a queste sanzioni non si sono fatte attendere. Funzionari iraniani hanno condannato l’azione, sostenendo che si tratta di un tentativo di soffocare l’economia del paese e di interferire nella sua sovranità. Al contempo, gli alleati degli Stati Uniti nella regione, tra cui Arabia Saudita e Israele, hanno elogiato queste misure, considerandole indispensabili per contenere l’influenza iraniana nel Medio Oriente.






