Tre uomini accusati di simpatie neonaziste sono stati condannati dal tribunale di Sheffield per aver pianificato attacchi a moschee e sinagoghe nel nord dell’Inghilterra. Arrestati a febbraio 2024, avevano accumulato un arsenale di armi proibite. La sentenza sarà emessa il 17 luglio
Tre uomini sono stati condannati nel Regno Unito per aver progettato attacchi contro luoghi di culto, in particolare moschee e sinagoghe. Questi individui, con legami a ideologie neonaziste, sono stati arrestati a febbraio 2024, e i loro piani sono stati sventati grazie all’intervento tempestivo della polizia.
Le attività criminali e le ideologie estremiste dei giovani neonazisti
I condannati, identificati come Christopher Ringrose, 34 anni, Marco Pitzettu e Brogan Stewart, entrambi di 25 anni, sono stati riconosciuti colpevoli di violazione della legge sul terrorismo e possesso di armi. Durante il processo, è emerso che i tre avevano una particolare ammirazione per Adolf Hitler e le loro conversazioni online rivelavano una mentalità estremamente razzista. I dettagli delle loro attività sono stati scoperti grazie a un’indagine durante la quale degli agenti sotto copertura si sono infiltrati in un canale di estrema destra su Telegram.
Un arsenale pericoloso
Il gruppo possedeva un arsenale di circa 200 armi proibite, tra cui machete, spade, un fucile subacqueo e una pistola paralizzante. Inoltre, erano in possesso di componenti per la realizzazione di armi semiautomatiche stampabili in 3D. Nelle chat si manifestava un chiaro desiderio di scatenare una “guerra razziale” nel Regno Unito, con inviti a organizzare eccidi contro musulmani e persone di colore. Le espressioni di odio razziale, islamofobia, omofobia e antisemitismo trasparivano dai loro messaggi, evidenziando una preoccupante escalation di violenza verbale.
Preoccupazioni per l’estremismo di destra
La pena detentiva per i tre uomini sarà determinata da un giudice il 17 luglio. Questo caso ha sollevato forti preoccupazioni riguardo all’aumento dell’estremismo di destra nel Regno Unito. L’episodio evidenzia l’importanza della vigilanza e dell’azione delle forze dell’ordine per prevenire atti di violenza basati sull’odio, soprattutto in un contesto sociale già segnato da tensioni etniche e religiose. La lotta contro l’odio e l’estremismo rimane una priorità cruciale per garantire la sicurezza e la coesione sociale nel Paese.