Beirut, 3 settembre 2025 – Un grave episodio di violenza ha colpito oggi la missione UNIFIL (United Nations Interim Force in Lebanon) nel sud del Libano. La forza di pace delle Nazioni Unite ha denunciato un attacco da parte di droni israeliani che hanno sganciato quattro granate nelle vicinanze dei caschi blu mentre erano impegnati a rimuovere blocchi stradali..
Attacco ai caschi blu in Libano: uno dei più gravi dal cessate il fuoco
Secondo quanto riferito da UNIFIL, l’attacco è avvenuto nella mattinata di ieri, quando i droni delle Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno colpito la zona dove i militari della missione Onu stavano cercando di liberare l’accesso a una postazione delle Nazioni Unite. La forza di interposizione ha definito l’episodio “uno degli attacchi più gravi” contro il proprio personale dal cessate il fuoco dello scorso novembre.
La missione UNIFIL, attiva sin dal 1978 con il mandato di mantenere la pace e la sicurezza nel sud del Libano, comprende oltre 10.000 militari e circa 800 civili. Il mandato è stato rinnovato più volte, l’ultimo fino al 31 agosto 2025, a fronte di una situazione che continua a rappresentare una minaccia per la stabilità regionale.
Reazioni internazionali e situazione sul terreno
Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha condannato con fermezza l’attacco, definendolo “irresponsabile e inaccettabile“, invitando Israele e tutte le parti coinvolte a rispettare il diritto internazionale umanitario. Anche l’Italia, che schiera il contingente più numeroso dell’UNIFIL con circa 1.200 soldati, ha espresso forte indignazione. La premier Giorgia Meloni ha definito l’attacco “inammissibile” e ha convocato l’ambasciatore israeliano per manifestare la protesta del governo italiano.
Nonostante le pressioni israeliane affinché i caschi blu si spostino di 5 km a nord della Linea Blu, l’UNIFIL ha ribadito la propria determinazione a rimanere nelle postazioni assegnate e a svolgere il proprio mandato di mantenimento della pace, anche in un contesto di crescente instabilità.
Sul terreno, si registrano intensi combattimenti tra le truppe israeliane e le milizie di Hezbollah, con raid aerei e attacchi di artiglieria che hanno provocato un bilancio di oltre 2.000 morti e più di 10.000 feriti dall’inizio delle ostilità. Le basi dell’UNIFIL, comprese quelle italiane, sono state colpite ripetutamente, mentre gli attacchi israeliani hanno causato anche danni a infrastrutture civili nel sud del Libano.
In questo quadro di tensione crescente, la missione UNIFIL rimane impegnata nel monitoraggio della cessazione delle ostilità e nel tentativo di prevenire un’ulteriore escalation nel delicato equilibrio al confine tra Libano e Israele.






