Gerusalemme, 15 giugno 2025 – Una nuova ondata di attacchi missilistici iraniani ha colpito Israele durante la notte, causando almeno otto morti, inclusi alcuni bambini, e circa 200 feriti. Le sirene antiaeree hanno risuonato in numerose città israeliane, spingendo milioni di persone a cercare rifugio nei bunker. Gli attacchi sono avvenuti in risposta ai raid israeliani contro siti nucleari e basi militari in Iran, segnando un’escalation significativa nel conflitto tra i due Paesi.
L’ondata di attacchi e il bilancio delle vittime
Secondo i dati forniti da Magen David Adom (MDA), il servizio di emergenza israeliano, gli attacchi missilistici hanno colpito diverse regioni del Paese. Nella regione centrale, quattro persone sono state uccise, tra cui un bambino di 10 anni, e circa 100 sono rimaste ferite. In particolare, la zona di Shfela ha registrato almeno 37 feriti.
La polizia israeliana ha confermato che un attacco nel distretto di Tel Aviv, lungo la costa centrale, ha provocato diverse vittime e decine di feriti. Un missile ha inoltre colpito un edificio di tre piani nella Galilea occidentale, causando la morte di tre donne: due sono decedute sul posto, mentre una terza è morta in ospedale. Nella regione di Haifa, un altro missile iraniano ha colpito un’abitazione, uccidendo una donna e ferendone altre 14.
Oltre ai feriti e ai morti, si contano anche 35 dispersi sotto le macerie, secondo quanto dichiarato dal portavoce di Magen David Adom alla televisione israeliana. Tra i feriti ci sono almeno sei persone in condizioni gravi, mentre altri sono moderatamente o lievemente feriti.
La risposta e il contesto degli attacchi
Gli attacchi missilistici iraniani sono una risposta diretta ai raid israeliani avvenuti tra venerdì e sabato contro siti nucleari e militari in Iran. In particolare, Teheran ha annunciato di aver subito danni a un impianto petrolifero nella capitale, dove è scoppiato un incendio, e ha riferito che uno degli edifici del Ministero della Difesa è stato danneggiato da un attacco israeliano.
L’esercito israeliano (IDF) ha confermato di intercettare decine di missili, anche oltre il proprio spazio aereo, e ha invitato la popolazione a rifugiarsi nei bunker durante le ondate di lancio, che hanno coinvolto almeno una dozzina di città. Tra i luoghi colpiti vi sono anche Tel Aviv e Gerusalemme, dove sono caduti diversi missili.
In un’intervista al Wall Street Journal, un funzionario israeliano ha dichiarato che per Israele non esistono obiettivi “off limits” in Iran, menzionando anche la guida suprema Ali Khamenei come potenziale bersaglio per colpire il programma nucleare iraniano.
La situazione è ulteriormente complicata dal fatto che l’Iran ha annunciato la sospensione della collaborazione con l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA), sottolineando il proprio dissenso per il silenzio dell’agenzia sugli attacchi israeliani ai siti nucleari iraniani.
Parallelamente, Israele ha tentato un attacco a Sanaa, capitale dello Yemen, per colpire il capo militare degli Houthi, un gruppo armato alleato dell’Iran, secondo quanto riportano media israeliani e arabi.
Reazioni internazionali e prospettive
La tensione tra Israele e Iran continua ad aumentare, nonostante gli appelli internazionali alla calma. Negli Stati Uniti, l’amministrazione Trump ha ricevuto richieste da Israele di unirsi direttamente al conflitto contro l’Iran, ma al momento non sembra intenzionata a farlo, secondo fonti citate da Axios.
Nel frattempo, in Giordania sono state attivate sirene di allarme a scopo precauzionale per aumentare la preparazione della popolazione di fronte ai rischi di escalation regionale. Il governo giordano ha ribadito il proprio impegno a garantire la sicurezza dei cittadini e a proteggerli da potenziali minacce.
Sul fronte politico interno israeliano, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha convocato una riunione urgente con il Gabinetto di Sicurezza e Affari Esteri, mentre il ministro della Difesa Israel Katz ha commentato su X (ex Twitter) che “Teheran sta bruciando”, riferendosi agli attacchi israeliani in Iran.
Nel contesto del conflitto si inserisce anche un appello del Papa Leone XIV rivolto a Israele e Iran, che ha esortato entrambe le parti a mostrare responsabilità e ragionevolezza, sottolineando che “nessuno dovrebbe mai minacciare l’esistenza dell’altro” e invitando i Paesi a sostenere la pace attraverso percorsi di riconciliazione.
L’escalation militare tra Israele e Iran interessa inoltre l’intera regione mediorientale, con possibili ripercussioni sulla stabilità geopolitica e sui mercati globali. Il conflitto prosegue senza segnali di rallentamento, mentre la comunità internazionale osserva con preoccupazione i continui scambi di attacchi missilistici e le implicazioni per la sicurezza regionale.






