Gaza, 12 novembre 2025 – Proseguono con intensità gli attacchi aerei israeliani sulla Striscia di Gaza, con particolare concentrazione nelle aree di Beit Lahiya, nel nord-est, e nelle città di Abasan al-Kabira e Bani Suheila, nella parte meridionale del territorio palestinese. A riferirlo è l’emittente Al Jazeera, che documenta anche spari provenienti dalle forze israeliane a est del campo profughi di Bureij, nel centro di Gaza.
Le ultime azioni militari a Gaza
Nella serata di ieri, gli aerei da guerra israeliani hanno effettuato tre raid su Beit Lahiya, seguiti da ulteriori bombardamenti in serata a est di Khan Younis, colpendo le città di Abasan al-Kabira e Bani Suheila. Secondo fonti israeliane, il raid su Beit Lahiya aveva come obiettivo un “sito terroristico”. Parallelamente, sono stati segnalati scambi di colpi d’arma da fuoco nell’area centrale di Gaza, in prossimità del campo profughi di Bureij.
Già nelle scorse settimane Israele aveva ripreso i bombardamenti nella Striscia, sganciando diverse centinaia di tonnellate di bombe in risposta a presunte “violazioni della tregua da parte di Hamas”.
Quattro “terroristi” colpiti dalle Idf
L’esercito israeliano (IDF) ha riferito di un’operazione nella zona di Rafah, al confine tra Israele e la Striscia di Gaza, in un’area attualmente sotto controllo operativo israeliano. Le truppe impegnate nel disattivare infrastrutture sotterranee, nell’ambito dell’accordo di cessate il fuoco in vigore, hanno individuato quattro presunti terroristi sul lato orientale della cosiddetta Linea Gialla. Subito dopo l’identificazione, i soldati israeliani hanno aperto il fuoco contro i sospetti militanti. Al momento, l’IDF non riporta feriti tra le proprie fila, mentre resta incerta la sorte dei quattro uomini.
Le parole di Eyal Zamir sulla Cisgiordania
Per quanto riguarda la Cisgiordania invece, il capo di stato maggiore dell’Idf, Eyal Zamir, ha espresso una dura condanna nei confronti degli attacchi compiuti dai coloni israeliani contro i palestinesi, definendoli come azioni di una “minoranza criminale”. Il generale ha sottolineato che tali episodi oltrepassano una linea rossa e distolgono le forze armate dalla loro missione principale: la difesa delle comunità e la conduzione di operazioni militari.
Durante una visita in Cisgiordania, in occasione di una vasta esercitazione militare, Zamir ha dichiarato: “Siamo determinati a porre fine a questo fenomeno e agiremo con severità finché giustizia non sarà fatta”. Il capo di stato maggiore ha quindi stigmatizzato le azioni dei coloni come contrarie ai valori dell’Idf e dannose per l’efficacia delle operazioni militari.
Secondo Zamir, citato dai media israeliani, l’esperienza del 7 ottobre ha insegnato l’importanza della responsabilità nella difesa nazionale e della necessità di rivedere il concetto di sicurezza. “Dobbiamo agire e contrastare la minaccia prima che raggiunga la nostra porta. Questo è il nostro dovere“ ha affermato il generale. I dati raccolti dall’Onu indicano che dall’inizio della stagione del raccolto, lo scorso ottobre, gli attacchi dei coloni israeliani contro i palestinesi hanno raggiunto livelli record. Solo ieri, decine di civili incappucciati hanno assaltato una zona industriale di Beit Lid, vicino a Tulkarem, incendiando mezzi agricoli, campi e depositi, e ferendo quattro palestinesi. Durante l’intervento dell’esercito israeliano per fermare gli aggressori, i coloni hanno inoltre attaccato i militari, incendiando anche veicoli militari.






