Gaza, 17 luglio 2025 – Un raid aereo israeliano ha colpito stamane la Chiesa della Sacra Famiglia nel quartiere di al-Zaytun, a Gaza City, causando la morte di due persone, numerosi feriti e danni ingenti alla struttura religiosa, che ospitava circa 500 sfollati in fuga dal conflitto in corso. Tra i feriti figura anche il parroco, padre Gabriel Romanelli, leggermente ferito a una gamba e medicato presso l’ospedale Al-Ahli prima di tornare alla comunità. L’incidente ha suscitato una forte condanna internazionale e richieste di cessate il fuoco da parte di autorità religiose e istituzionali italiane e vaticane.
Raid contro la Chiesa della Sacra Famiglia: il bilancio
La mattinata di Gaza è stata segnata da un grave episodio di violenza: un ordigno ha colpito il tetto del complesso parrocchiale intorno alle 10.10 ora italiana, facendo crollare parti della struttura e colpendo persone presenti nel cortile interno, tra cui alcuni anziani seduti sotto una tenda allestita da Caritas Gerusalemme per il sostegno psicologico. Il Patriarcato Latino di Gerusalemme ha confermato la morte di due donne, Saad Issa Kostandi Salameh, portinaio della parrocchia, e Foumia Issa Latif Ayyad, oltre a 13 feriti di cui tre in condizioni gravi. Tra i feriti anche padre Romanelli, che ha ricevuto cure mediche per lievi lesioni.
La chiesa, unica parrocchia cattolica nella Striscia di Gaza, ha subito danni materiali significativi. Israele ha riferito che l’attacco sarebbe frutto di un “errore di tiro” e ha avviato indagini sulle circostanze dell’incidente. L’esercito israeliano ha inoltre espresso rammarico per ogni danno causato a siti religiosi e civili, affermando che non prende mai di mira luoghi di culto.
Le reazioni all’attacco
La Conferenza Episcopale Italiana (CEI) ha espresso profondo sgomento per l’“inaccettabile attacco” e si è unita nella vicinanza alla comunità della parrocchia, con un pensiero speciale per i feriti, tra cui padre Romanelli. In una nota, la CEI ha condannato con fermezza le violenze che continuano a mietere vittime tra la popolazione civile e ha rivolto un appello alle parti coinvolte e alla comunità internazionale affinché “tacciano le armi” e si avvii un negoziato, definito l’unica strada possibile per la pace.
Anche l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI) ha espresso dolore per l’incidente, sottolineando l’importanza del rispetto e della protezione dei luoghi religiosi di ogni fede per la convivenza e la dignità umana.
Dal governo italiano è giunta la dura condanna del ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che ha definito “inammissibili” gli attacchi israeliani contro la popolazione civile e ha denunciato l’atto come “grave” poiché ha colpito un luogo di culto cristiano. Su X, Tajani ha esortato a fermare le ostilità e a trovare una soluzione pacifica.
La premier Giorgia Meloni ha definito “inaccettabili” gli attacchi contro civili a Gaza, compreso il raid sulla Sacra Famiglia, sottolineando che nessuna azione militare può giustificare tali comportamenti.
Contesto militare e umanitario a Gaza
Il raid sulla chiesa si inserisce in un quadro di intensi scontri tra le forze israeliane e miliziani di Hamas, attivi nella Striscia di Gaza. Nella notte precedente, l’esercito israeliano ha riferito di aver eliminato diversi miliziani di Hamas responsabili dell’attacco a quattro paracadutisti israeliani nel quartiere di Shejaiya a Gaza City, un episodio che ha lasciato due soldati in gravi condizioni e altri due con ferite di media entità.
Inoltre, l’IDF ha dichiarato di aver colpito un deposito di armi nei quartieri di Daraj e Tuffah, nonché di aver ucciso agenti di Hamas a Jabalia, rafforzando la pressione militare sul territorio.
La città di Gaza, con i suoi quasi 600.000 abitanti, è la più popolosa della Striscia e da mesi è teatro di un conflitto che ha causato migliaia di vittime civili e danni infrastrutturali gravissimi. Le continue operazioni militari israeliane hanno distrutto o danneggiato oltre il 90% delle abitazioni, e migliaia di persone risultano disperse sotto le macerie, mentre la scarsità di carburante e mezzi pesanti rallenta le operazioni di recupero.
Le organizzazioni umanitarie denunciano una situazione di emergenza sanitaria e ambientale, aggravata dalla presenza di corpi non recuperati sotto le macerie e dalla mancanza di acqua, cibo ed energia elettrica, oltre al blocco totale imposto da Israele.
Gli altri attacchi alla chiesa della Sacra Famiglia a Gaza
La chiesa della Sacra Famiglia, da anni rifugio per centinaia di persone sfollate, era già stata colpita in passato durante i raid del dicembre 2023, quando due donne furono uccise da colpi di cecchino mentre cercavano di raggiungere i servizi igienici. In quell’occasione, così come oggi, papa Francesco e il Patriarcato di Gerusalemme avevano condannato con fermezza gli attacchi, chiedendo la protezione dei civili e delle strutture religiose.
Il parroco argentino padre Romanelli, che ha più volte testimoniato le difficoltà della comunità cristiana a Gaza, ha ricevuto oggi cure mediche per le lievi ferite riportate, ma ha già fatto ritorno presso la parrocchia per continuare a seguire i fedeli in questo momento difficile.
Il conflitto nella Striscia di Gaza vede contrapposti le forze israeliane e il movimento islamista palestinese Hamas, che controlla la regione dal 2007, e che negli ultimi anni ha intensificato le azioni armate contro Israele, provocando pesanti risposte militari. Hamas è riconosciuto come organizzazione terroristica da molti Paesi, tra cui Stati Uniti, Unione Europea e Israele, mentre gode di sostegno da parte di alcune nazioni regionali.
L’episodio di oggi segna l’ennesima tragica pagina di un conflitto che continua a colpire duramente la popolazione civile, suscitando appelli a livello internazionale per un immediato cessate il fuoco e il rilancio di negoziati di pace.






