Mosca, 17 dicembre 2025 – Il presidente russo Vladimir Putin ha espresso oggi un duro monito nell’ambito di un discorso tenuto al ministero della Difesa, ribadendo che, in assenza di negoziati concreti con l’Ucraina e i suoi alleati occidentali, la Russia si riserva il diritto di conquistare con la forza i territori ucraini che considera di sua appartenenza storica.
La posizione di Putin sulle trattative di pace
Nel suo intervento, Putin ha sottolineato che “se il nemico e i suoi sponsor occidentali rifiutano di impegnarsi in colloqui concreti, la Russia otterrà con mezzi militari la liberazione delle sue terre storiche”. Queste dichiarazioni, riportate dall’agenzia Tass, confermano la linea rigida di Mosca nel conflitto in Ucraina, in corso ormai da diversi anni, e segnano un aumento della tensione diplomatica con Occidente e Kiev.
Parallelamente, il presidente russo ha respinto categoricamente le accuse che vedrebbero la Russia come una minaccia per l’Europa, definendo tali affermazioni “una menzogna, un’assurdità”. L’intervento è stato pronunciato in un momento di forte pressione internazionale su Mosca, anche a causa delle sanzioni economiche e dell’isolamento diplomatico derivanti dall’invasione ucraina.

La reazione di Viktor Orbán e la dinamica europea
La situazione geopolitica si complica ulteriormente con le parole del primo ministro ungherese Viktor Orbán, che ha riferito di aver scritto a Putin per chiedere chiarimenti sulla possibile reazione russa qualora l’Unione Europea decidesse di utilizzare i beni russi congelati. Orbán ha riportato che la risposta di Mosca sarebbe stata una “risposta con la forza”, ma con attenzione ai voti degli Stati membri dell’UE.
Orbán, noto per la sua posizione spesso vicina a Mosca, ha ribadito che l’Ungheria non sostiene l’uso dei beni congelati perché ciò rappresenterebbe un’ulteriore escalation del conflitto. La posizione di Budapest è particolarmente rilevante nel contesto europeo, dove l’UE si trova divisa sulle strategie da adottare nei confronti della Russia e della crisi ucraina.
Inoltre, Orbán ha recentemente criticato l’UE, definendola “totale fuori dai giochi” nella gestione della guerra in Ucraina e annunciando iniziative diplomatiche personali, come un prossimo incontro con il presidente USA Donald Trump per discutere la revoca delle sanzioni sul petrolio russo.
Le tensioni tra Mosca, Kiev e Bruxelles non accennano dunque a diminuire, con il rischio di un’escalation militare e diplomatico che resta elevato. Putin conferma la sua linea dura, mentre alcuni leader europei come Orbán mantengono posizioni ambigue, complicando ulteriormente la gestione della crisi.
Il missile Oreshnik: caratteristiche e primo impiego
Il missile ipersonico a medio raggio Oreshnik sarà operativo nelle forze armate russe entro la fine di quest’anno, ha annunciato il presidente Vladimir Putin durante una riunione allargata del Consiglio del ministero della Difesa. Lo sviluppo di questo avanzato sistema missilistico rappresenta un ulteriore passo nella strategia militare russa, inserendosi nel contesto del conflitto in Ucraina e nelle crescenti tensioni geopolitiche.
L’esistenza del missile Oreshnik è stata resa nota per la prima volta nel novembre 2024, quando fu impiegato in un attacco contro uno stabilimento industriale militare nella città ucraina di Dnipro. Si tratta di un missile ipersonico dotato della capacità di trasportare testate multiple, sia convenzionali che nucleari, e in grado di sfuggire alle attuali difese antimissile. Nel novembre 2025, Putin aveva già annunciato l’avvio della produzione in serie del sistema, evidenziandone la centralità nella moderna dottrina militare russa.
Non solo la Russia ha mostrato interesse per questo armamento: lo scorso dicembre, il presidente bielorusso Alexander Lukashenko ha indicato la possibile installazione di sistemi Oreshnik in Bielorussia, dove ad agosto sono state allestite le prime postazioni operative.






