Secondo alcune fonti di Nairobi sarebbe salito a 38 il numero delle morti durante le proteste in Kenya: la situazione
Sale ad almeno 38 il bilancio delle vittime delle violente manifestazioni che hanno scosso il Kenya lo scorso 25 giugno, secondo il recente aggiornamento della Commissione nazionale per i diritti umani del Kenya (KNHRC). Le proteste, iniziate contro il presidente William Ruto e le nuove misure fiscali, hanno registrato anche circa 130 feriti, rappresentando il giorno più sanguinoso dall’inizio delle agitazioni che da oltre un anno attraversano il Paese.
Le proteste e il bilancio delle vittime in Kenya
Le manifestazioni del cosiddetto “saba saba day”, giornata di commemorazione delle rivolte passate per la democrazia e di protesta contro gli abusi delle forze dell’ordine, hanno visto uno scontro violento tra polizia e manifestanti. Secondo quanto riferito da Citizen Digital e confermato da Roseline Odede, presidente della KNHRC, il 25 giugno sono morte 22 persone solo a Nairobi, con oltre 300 feriti e più di 50 arresti. Il movimento antigovernativo “Occupy Parliament” ha reagito con una mobilitazione pacifica indetta per il 27 giugno, durante la quale i manifestanti hanno sfilato vestiti di bianco per onorare le vittime.
Le proteste sono nate in risposta al progetto di legge di bilancio 2024-2025, che prevedeva l’introduzione di un’IVA del 16% sul pane e una tassa annuale del 2,5% sui veicoli privati, misure ritirate in parte dal governo, ma che continuano a suscitare forte malcontento nella popolazione.
La risposta del governo e il contesto politico
Il presidente William Ruto, in carica dal settembre 2022, ha mantenuto una linea dura, dichiarando che “violenze e atti illegali saranno repressi”. Il progetto di legge, approvato dal parlamento ma non ancora promulgato, rappresenta una stretta fiscale necessaria, secondo il governo, per migliorare la situazione economica del Paese, gravato da un alto indebitamento.
Le violenze hanno suscitato preoccupazione a livello internazionale, con Stati Uniti, Unione Europea, Nazioni Unite e Unione Africana che hanno invitato alla calma e al dialogo. L’episodio segna un momento di forte tensione nel Kenya contemporaneo, dove le pressioni sociali si intrecciano con un quadro politico instabile e un’economia fragile.






