Una manifestazione senza precedenti degli ebrei ultraortodossi ha riempito le strade all’ingresso di Gerusalemme, raccogliendo circa 200 mila partecipanti in protesta contro la coscrizione obbligatoria nell’esercito israeliano. La protesta, nota come la “Marcia di un milione di uomini”, è stata interrotta bruscamente a causa della tragica morte di un ragazzo di 15 anni, caduto da un grattacielo in costruzione su cui si era arrampicato durante l’evento.
Tragedia durante le proteste in Israele
Il giovane, identificato come Menachem Mendel Litzman, è precipitato dal 20° piano dell’edificio in costruzione. La polizia israeliana ha aperto un’indagine per stabilire se si sia trattato di suicidio o di incidente. La tragedia ha posto fine alla manifestazione, con gli organizzatori che hanno immediatamente invitato i partecipanti a disperdersi pacificamente.
Durante l’evento, che ha visto la partecipazione massiccia di ultraortodossi, si sono verificati anche momenti di tensione: scontri tra manifestanti e passanti, aggressioni a giornalisti con bastoni, lancio di sassi e bottiglie. Un poliziotto è rimasto ferito e le proteste hanno provocato interruzioni del trasporto pubblico a Gerusalemme e nelle aree circostanti. Tuttavia la maggior parte dei manifestanti ha espresso il proprio dissenso attraverso sessioni di preghiera pacifiche, stendendo i propri scialli tallit e mostrando cartelli con scritte come “È bello morire per la nostra fede”.
Protesta e tensioni sulla leva militare obbligatoria
La manifestazione è l’espressione di un conflitto profondo tra le comunità ultraortodosse, che si dedicano allo studio della Torah e rifiutano la coscrizione, e lo Stato israeliano, che pretende una partecipazione militare obbligatoria per tutti i giovani. Negli ultimi anni, la questione si è fatta sempre più urgente, con l’esercito che reclama l’integrazione degli haredim per far fronte alle crescenti esigenze di difesa.
Il governo di Benjamin Netanyahu si trova in una posizione delicata: deve mediare tra la pressione dell’opinione pubblica, che chiede la fine delle esenzioni, e il sostegno politico dei partiti ultraortodossi, fondamentali per la maggioranza parlamentare. Una proposta recente mira ad aumentare gradualmente il numero degli arruolati haredim, ma ha incontrato feroci critiche sia dall’opposizione che da alcune forze della coalizione. La manifestazione di oggi testimonia un’escalation della protesta, con un messaggio chiaro: la identità religiosa degli ultraortodossi non può essere subordinata alle imposizioni dello Stato.






