Firenze, 18 ottobre 2025 – Il cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme dei Latini, ha espresso una visione critica e realistica sulla situazione attuale in Palestina e in Israele, intervenendo in collegamento video al festival “Luce!” di Firenze.
Pizzaballa sulle divisioni e assenza di leadership in Palestina
Il porporato ha sottolineato con forza come israeliani e palestinesi siano profondamente divisi e privi di una leadership carismatica che li unisca in questo momento così delicato. Le autorità religiose, ha osservato, tendono a seguire piuttosto che a guidare e orientare il percorso verso la pace. “Abbiamo lasciato la narrativa agli estremisti, ad Hamas e ai coloni – ha detto Pizzaballa – non siamo stati capaci di costruire una cultura diversa rispetto a quelle linee, e ora ne raccogliamo i frutti avvelenati”.
Il cardinale ha ribadito che per affrontare la crisi è necessario un rinnovato ripensamento, che non può prescindere da una leadership con una visione chiara e inclusiva. “Le cose non cambiano da sole – ha affermato – cambiano solo se qualcuno le porta avanti con visione e sa unire i propri popoli”. Queste parole evidenziano la mancanza sia di leadership politica sia religiosa in grado di guidare verso una soluzione duratura.
La pace come obiettivo a lungo termine
Pizzaballa ha definito il concetto di pace in Palestina come una parola impegnativa e, al momento, prematura. La fine della guerra militare, cioè dell’aggressione armata, non coincide con la fine del conflitto. “Le cause che alimentano la guerra sono ancora tutte lì, tutte da affrontare”, ha spiegato, sottolineando che la cessazione delle ostilità è stata decisa in base a condizioni contingenti, ma resta ancora da definire cosa accadrà dopo.

Il cardinale ha ribadito che prima di parlare di pace bisogna creare le condizioni necessarie: un minimo di fiducia, una nuova narrativa e il riconoscimento dei diritti fondamentali del popolo palestinese. “La nostra generazione deve preparare queste condizioni affinché la prossima possa parlare di pace in maniera credibile”, ha concluso.
Il ruolo della Chiesa e la situazione umanitaria
Il Patriarca di Gerusalemme, figura chiave anche per il dialogo interreligioso e politico in Terra Santa, si è fatto portavoce delle sofferenze delle comunità locali. Come evidenziato nelle sue precedenti dichiarazioni e nell’impegno costante, Pizzaballa ha sottolineato l’importanza di ascoltare le voci di migliaia di persone invisibili, costrette a vivere tra povertà, violenze e migrazioni forzate.
La situazione umanitaria nei territori palestinesi, aggravata dal conflitto iniziato nel 2023, è drammatica: secondo le ultime stime, 3,3 milioni di persone, di cui 1,7 milioni bambini, sono in urgente bisogno di assistenza. In particolare, nella Striscia di Gaza, l’accesso a beni essenziali come acqua, cibo e medicine è fortemente limitato, con conseguenze devastanti per la popolazione civile.
Il cardinale ha riaffermato il ruolo della Chiesa nel dare dignità e voce a chi vive questa realtà, e nel promuovere un dialogo costruttivo per la convivenza e la pace duratura.






