La Commissione Europea ha ufficializzato oggi la lista delle quattro iniziative prioritarie nel quadro del nuovo Piano Difesa Ue che mira a rafforzare la sicurezza e la capacità militare del continente entro il 2030. Questi progetti, aperti a tutti gli Stati membri, rappresentano un passo decisivo verso un sistema di difesa integrato e tecnologicamente avanzato, in risposta all’attuale scenario geopolitico complesso e alla crescente minaccia di guerre ibride.
Piano Difesa Ue: quattro progetti prioritari per la sicurezza europea
Le iniziative includono la European Drone Defence Initiative, progetto che sostituisce il precedente “Drone Wall” e punta a sviluppare un sistema anti-drone operativo entro il 2027, rafforzando la capacità di protezione contro attacchi aerei non convenzionali. Accanto a questa, figura la Eastern Flank Watch, una sorveglianza rafforzata sul fianco orientale dell’Europa, essenziale per monitorare le attività militari e prevenire incursioni.
Completano la lista il European Air Shield, che punta a potenziare la difesa aerea europea, e il Defence Space Shield, dedicato alla protezione delle infrastrutture spaziali critiche. Questi progetti, interconnessi, mirano a garantire un sistema difensivo europeo coordinato e resiliente.
Collaborazione e investimenti: la chiave del successo
Il Piano prevede che gli Stati membri costituiscano coalizioni di capacità per colmare le carenze militari collettive, stabilendo ruoli di Paesi capofila e co-capofila entro il primo trimestre del 2026. La strategia include un impegno per far sì che almeno il 40% degli appalti in difesa siano congiunti entro la fine del 2027, per contrastare la frammentazione attuale che provoca inefficienze e costi elevati.
L’orientamento verso appalti congiunti e la creazione di un mercato unico europeo della difesa sono considerati fattori chiave per migliorare l’interoperabilità e la produttività dell’industria militare europea. Tra le tecnologie di punta su cui si concentrano gli investimenti figurano i droni, l’intelligenza artificiale, il quantum computing e la cybersicurezza, elementi fondamentali per la guerra moderna e la protezione delle infrastrutture critiche.
La Commissione ha inoltre sottolineato l’importanza di un approccio non centralizzato: saranno gli Stati membri a definire gli obiettivi concreti, la distribuzione dei compiti e le modalità di finanziamento, garantendo così una gestione partecipata e flessibile delle iniziative. Queste misure si inseriscono nel più ampio contesto del programma Readiness 2030, che prevede investimenti complessivi per oltre 800 miliardi di euro destinati a rafforzare la difesa europea.






