Gaza, 7 novembre 2025 – È partita oggi una campagna di vaccinazione nella Striscia di Gaza con l’obiettivo di raggiungere 44.000 bambini gravemente esposti a rischi sanitari a causa del conflitto durato oltre due anni. L’iniziativa, promossa da UNICEF, OMS, UNRWA e dal Ministero della Salute palestinese, mira a contrastare la diffusione di malattie prevenibili in un contesto di grave crisi sanitaria. 11 i vaccini somministrati.
Vaccini a Gaza: le 3 fasi della campagna
La campagna, che si svolgerà in tre fasi da novembre 2025 a gennaio 2026, prevede la somministrazione di 11 vaccini tra cui il vaccino pentavalente, il poliomielitico, il rotavirus, il pneumococco coniugato e due dosi contro morbillo, parotite e rosolia. La prima fase è programmata dal 9 al 18 novembre. Secondo le stime, un bambino su cinque sotto i tre anni non ha ricevuto alcuna dose o ha saltato le vaccinazioni di routine a causa del conflitto, esponendoli a rischi elevati di epidemie.
Parallelamente, l’UNICEF e i partner effettueranno screening per la malnutrizione infantile, garantendo cure e monitoraggio continuo ai bambini affetti da malnutrizione acuta moderata e grave, assistiti nei centri di stabilizzazione ospedalieri sostenuti dall’OMS.
Strutture sanitarie e operatori formati per un’efficace copertura vaccinale
Le vaccinazioni saranno somministrate in 149 strutture sanitarie e tramite 10 veicoli mobili distribuiti in tutta la Striscia, grazie all’impegno di oltre 450 operatori sanitari e personale di supporto, oltre a 149 medici formati dall’OMS per gestire eventuali reazioni avverse, seppur rare. L’UNICEF ha fornito tutto il materiale necessario, incluse siringhe e attrezzature per la catena del freddo, oltre ad aiuti alimentari.
Prima del conflitto, Gaza vantava un tasso di copertura vaccinale del 98%, ma attualmente molte strutture (31 su 54) sono state distrutte o danneggiate. Il tasso di copertura è sceso sotto il 70%, aggravato dall’arrivo delle rigide condizioni invernali che aumentano il rischio di malattie infantili mortali ma prevenibili.
Il successo della campagna dipende dal pieno rispetto del cessate il fuoco, per permettere l’accesso sicuro a famiglie, operatori sanitari e aiuti umanitari. L’intervento, sostenuto finanziariamente da Gavi, l’Alleanza per i Vaccini, rappresenta un primo passo verso il ripristino del sistema sanitario locale e il ritorno ai livelli di protezione precedenti al conflitto.






