Roma, 28 ottobre 2025 – Il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato della Santa Sede, ha sottolineato l’importanza di un coinvolgimento globale per favorire una soluzione pacifica al conflitto in Ucraina, auspicando un ruolo attivo anche da parte della Cina. Le sue dichiarazioni sono arrivate al termine di un evento tenutosi presso la sede di San Paolo fuori le Mura, legato all’ospedale Bambino Gesù.
Il ruolo della comunità internazionale e della Cina
Interrogato dai giornalisti sui possibili passi da compiere per una tregua in Ucraina, Parolin ha affermato che “non è facile rispondere a questa domanda, se lo sapessi l’avremmo già messo in atto”. Tuttavia, ha aggiunto di essere a conoscenza di “qualche negoziato in corso, magari non pubblico, non a conoscenza dei più”, e ha espresso la speranza che tali contatti possano condurre a una tregua.
Il porporato ha evidenziato la necessità del coinvolgimento degli Stati Uniti e dell’Europa, citando in particolare quanto affermato dal primo ministro ungherese Orbán, ricevuto recentemente dal Papa. In aggiunta, ha sottolineato che anche la Cina “ha una parola da dire” nel processo di pace, ricordando che il presidente statunitense Trump si trova attualmente in Cina e in Estremo Oriente proprio per affrontare questo tema.
Parolin propone una Conferenza di pace europea
Parolin ha inoltre richiamato l’attenzione sulla necessità di un impegno più ampio e organizzato della comunità internazionale, suggerendo l’idea di una “grande Conferenza di pace per l’Europa”, ispirata allo spirito della storica Conferenza di Helsinki del 1975, che contribuì a frenare la Guerra fredda.
Nel corso di un recente incontro a Palazzo Borromeo, sede dell’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, il cardinale ha ribadito che, nonostante le difficoltà attuali, bisogna “far rivivere lo spirito” di Helsinki e lavorare con “strumenti nuovi” per affrontare la crisi ucraina e le altre guerre dimenticate nel mondo. Ha inoltre espresso preoccupazione per il rischio di assuefazione alla violenza e per la possibile escalation nucleare, sottolineando l’importanza di utilizzare tutti i mezzi diplomatici disponibili per raggiungere una “pace giusta”.
Il Segretario di Stato ha concluso il suo intervento con un appello a non relegare “il desiderio di pace che alberga nel cuore dei nostri popoli nella soffitta dei sogni irrealizzabili”, annunciando la disponibilità della Santa Sede a favorire un percorso di dialogo e cooperazione internazionale.
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