Città del Vaticano, 15 settembre 2025 – Papa Leone XIV ha espresso un appello profondo e urgente rivolto ai leader mondiali e alla comunità internazionale, sottolineando il dramma collettivo causato dalla violenza, dalla fame e dalla guerra che affligge milioni di persone nel mondo. Nel suo messaggio pronunciato oggi, il Pontefice ha ricordato che, così come esiste il dolore personale, esiste anche un dolore collettivo di intere popolazioni schiacciate dal peso di conflitti e privazioni.
Il grido di pace dei bambini innocenti
“È un grido immenso”, ha detto Papa Leone XIV, che invita i responsabili delle Nazioni a non ignorare il richiamo dei tanti bambini innocenti vittime di guerre e carestie. Il Santo Padre ha sottolineato la necessità di garantire a queste giovani vite un futuro di protezione e consolazione, nonostante la prepotenza e le ingiustizie che imperversano nel mondo. “La vera consolazione che dobbiamo essere capaci di trasmettere è quella di mostrare che la pace è possibile”, ha affermato, spronando a coltivare la pace dentro ciascuno, affinché possa germogliare e diffondersi.
“Serve pace contro fame e guerra”
In linea con il suo primo discorso pubblico e le iniziative organizzate in occasione della Giornata mondiale di preghiera per la Pace ad Assisi, Papa Leone XIV ha ribadito che la pace non è solo un risultato politico o diplomatico, ma un dono che nasce dalla preghiera e dall’impegno spirituale. Ha ricordato la sete d’amore e di pace di Gesù crocifisso, un simbolo di misericordia che si riflette nella compassione verso i più poveri e gli oppressi, come sottolineato da San Francesco d’Assisi e da figure come Madre Teresa di Calcutta.
Il Pontefice ha esortato a superare il “virus dell’indifferenza”, definendolo come una delle più grandi malattie del nostro tempo, responsabile di paralisi morale e sociale. Ha chiesto a tutti, credenti e non, di unirsi nell’impegno concreto per costruire un mondo dove la pace sia “disarmata e disarmante”, rifuggendo dalla violenza e dalle guerre che continuano a seminare sofferenza. “Beati gli operatori di pace”, ha concluso, esprimendo fiducia che Dio non farà mancare la forza e il coraggio a quanti lavorano per questo nobile obiettivo.




