Bruxelles, 23 ottobre 2025 – Bagno di folla a Budapest per Viktor Orbán, che ha guidato la tradizionale marcia della pace in occasione del 69° anniversario della rivoluzione ungherese contro l’Unione Sovietica. Davanti a migliaia di persone, il primo ministro ha tenuto un lungo discorso in cui ha rinnovato le sue critiche all’Unione Europea, accusata di sabotare gli sforzi diplomatici di Donald Trump per mettere fine alla guerra in Ucraina.
Le accuse a Bruxelles e il sostegno a Trump
“Bruxelles ha scelto la strada della guerra”, ha affermato Orbán, sostenendo che se le istituzioni europee non avessero ostacolato la missione di pace dell’ex presidente americano, il conflitto sarebbe già terminato. Il premier ungherese ha poi aggiunto che, se Trump avesse ricoperto la carica presidenziale nel mandato precedente, la guerra non sarebbe mai scoppiata. Riferendosi al vertice tra Trump e Vladimir Putin previsto a Budapest e poi cancellato, Orbán ha insistito: “Gli Stati Uniti sono con noi. Budapest sarà la capitale della pace europea”.
Il messaggio politico di Orbán in vista delle elezioni
Il discorso del leader ungherese è stato anche un chiaro segnale in vista delle elezioni legislative che si terranno tra sei mesi. Orbán ha attaccato duramente chi sostiene l’opposizione, sostenendo che “chi vuole un cambio di governo in realtà appoggia la guerra, consapevolmente o meno”. Da mesi, il premier accusa l’avversario Péter Magyar, attualmente in testa nei sondaggi, di voler instaurare un “governo fantoccio” manovrato da Bruxelles.
Orbán: “Vogliamo l’Ue, ma non Bruxelles”
Rievocando il passato di lotta per l’indipendenza nazionale, Orbán ha accusato l’Unione Europea di aver trasformato “la libertà delle nazioni in oppressione”. Ha ribadito la volontà di rimanere nell’Unione, ma non sotto il controllo delle istituzioni comunitarie: “Vogliamo l’Ue, ma non Bruxelles. L’anno prossimo mostreremo al mondo che esiste una nazione che non si tira indietro di fronte alle tempeste della storia. Desideriamo libertà e pace”.
Le piazze contrapposte
Concluso il suo intervento, Orbán è partito per Bruxelles per partecipare al vertice dei leader europei. Nelle stesse ore, un secondo corteo, organizzato dalle forze di opposizione, ha attraversato le strade della capitale ungherese. Alla guida della manifestazione c’era proprio Péter Magyar, che ha preso la parola nella storica piazza degli Eroi, simbolo della resistenza nazionale.
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