Il primo ministro ungherese Viktor Orban ha espresso un giudizio positivo sulla nuova Strategia di sicurezza nazionale degli Stati Uniti, definendola “il documento più importante e interessante degli ultimi anni”. Attraverso un tweet, il leader di Budapest ha sottolineato come il testo americano riconosca il ruolo marginale e la debolezza dell’Unione Europea, definita un “alleato debole e inaffidabile” sia sul piano economico che in quello internazionale.
Orban critica duramente l’Unione Europea
Orban ha evidenziato che l’amministrazione Biden e Bruxelles usano lo stesso “tono critico” nell’analizzare l’Europa, segnalando che il Vecchio Continente si trovi “al limite di un lungo vicolo cieco economico”. Il premier ungherese ha aggiunto che un alleato debole non può difendersi né essere affidabile negli affari internazionali. Ha inoltre denunciato la “crisi della civiltà europea”, con i valori fondamentali come la democrazia e il libero mercato messi a rischio.
Un passaggio cruciale riguarda le relazioni con la Russia, che Orban definisce “bruciate” dai liberali europei, giudicando un errore la rottura della rete di rapporti che esisteva in passato. Secondo il primo ministro ungherese, gli Stati Uniti vedono la necessità di ricostruire a livello strategico queste relazioni.
Il sostegno americano alla visione ungherese
Orbán interpreta la nuova strategia americana come un riconoscimento del “declino dell’Europa” su scala civile, un fenomeno contro cui l’Ungheria lotta da quindici anni. “Finalmente – ha dichiarato – non siamo più soli in questa lotta”.
Il leader di Fidesz – Unione Civica Ungherese, partito di destra conservatrice e nazionalista, è noto per la sua posizione euroscettica e per aver guidato l’Ungheria verso un modello definito “democrazia illiberale”. Orban ha inoltre ricoperto la presidenza del Consiglio dell’Unione Europea nel secondo semestre del 2024, periodo in cui ha confermato la sua linea critica verso Bruxelles.
La nuova Strategia di sicurezza nazionale Usa, dunque, appare non solo come un documento di politica estera statunitense, ma anche come un elemento che rafforza la visione politica di Orban sul ruolo dell’Europa e sulle sfide geopolitiche attuali.






