Alle Nazioni Unite l’Iran ha espresso la sua condanna nei confronti dell’Occidente per essere rimasto in silenzio sui raid di Israele e Iran
L’Iran ha espresso una netta condanna verso il silenzio di alcuni Paesi occidentali in merito ai raid militari condotti da Israele e Stati Uniti sul territorio iraniano, denunciando una grave violazione dei diritti umani. L’ambasciatore iraniano presso le Nazioni Unite, Ali Bahraini, nel corso della 59esima sessione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, ha sottolineato la determinazione di Teheran a resistere alle aggressioni senza affidarsi a difese esterne.
L’accusa di ipocrisia dell’Iran verso l’Occidente e la difesa della sovranità iraniana
Ali Bahraini ha evidenziato come il silenzio di alcuni Paesi occidentali rappresenti una chiara mancanza di rispetto delle norme internazionali. “L’Iran non accetterà raccomandazioni in materia di diritti umani da parte di questi Paesi, a causa della loro ipocrisia”, ha dichiarato, ribadendo che la Repubblica Islamica intende difendere la propria sovranità con fermezza, senza aspettare interventi o protezioni da organizzazioni straniere. Queste affermazioni arrivano in un momento di forte tensione regionale, con una serie di attacchi militari reciproci tra Israele e Iran che hanno causato numerose vittime, inclusi civili.
L’escalation militare e la risposta internazionale
Le tensioni si sono aggravate dopo che Israele e Stati Uniti hanno condotto attacchi mirati contro siti nucleari iraniani e strutture militari strategiche, causando almeno 78 morti e oltre 320 feriti, secondo quanto riferito dall’ambasciatore iraniano alle Nazioni Unite. In risposta, l’Iran ha lanciato una massiccia ondata di missili balistici su città israeliane come Haifa e Tel Aviv, mentre le sirene d’allarme sono risuonate anche in Giordania, che ha chiuso il proprio spazio aereo. L’aeronautica israeliana ha replicato bombardando obiettivi nella capitale Teheran e nell’Iran occidentale.
A livello internazionale, il conflitto ha spinto diversi Paesi, tra cui il Regno Unito, a dispiegare risorse militari nella regione per prevenire ulteriori escalation. I leader mondiali, tra cui il presidente americano Donald Trump e il presidente russo Vladimir Putin, hanno discusso la necessità di porre fine alle ostilità, mentre l’Unione Europea ha ribadito l’impegno per la sicurezza regionale e il rispetto del diritto internazionale, invitando tutte le parti a moderazione.






