Toccante discorso dell’ambasciatore palestinese all’ONU, Riyad Mansour, che in preda all’emozione ha denunciato le condizioni disumane dei bambini di Gaza, descrivendo le sofferenze e le morti per fame causate dal blocco imposto da Israele
L’assemblea generale delle Nazioni Unite ha vissuto un momento di profonda emozione quando l’ambasciatore palestinese Riyad Mansour ha interrotto il suo discorso, scoppiando in lacrime. Questo toccante intervento ha messo in evidenza le sofferenze insopportabili dei bambini di Gaza, sottolineando le drammatiche condizioni di vita dei palestinesi, in particolare dei più vulnerabili, colpiti da un conflitto protratto e da un blocco che continua a gravare su Gaza.
La testimonianza di Mansour
Mansour, visibilmente scosso, ha condiviso storie strazianti di famiglie che perdono i propri figli a causa della fame e della violenza. Ha menzionato l’orrendo attacco che, venerdì scorso, ha portato alla morte di nove dei dieci figli della dottoressa Alaa. “Ho dei nipoti… so cosa significa per le loro famiglie”, ha dichiarato Mansour, con la testa tra le mani, esprimendo il suo dolore personale e collettivo.
L’impatto del blocco su Gaza
L’ambasciatore ha messo in evidenza come il blocco imposto da Israele abbia reso le condizioni di vita nei territori palestinesi insostenibili, con un accesso limitato a cibo, acqua e assistenza medica. Questo intervento si inserisce in un contesto più ampio di mobilitazione internazionale, con numerose organizzazioni per i diritti umani che denunciano le violazioni e chiedono un intervento urgente. La comunità internazionale inizia a rispondere a queste richieste, ma i risultati rimangono incerti.
Il ruolo delle Nazioni Unite
L’intervento di Mansour ha sollevato interrogativi sul ruolo delle Nazioni Unite nel garantire la sicurezza e i diritti dei palestinesi. Durante il suo discorso, ha anche indicato il rappresentante israeliano come responsabile del massacro a Gaza, creando un clima di tensione all’interno dell’assemblea. Questo episodio è emblematico di una crisi umanitaria che sembra non avere fine e le cui conseguenze ricadono in modo devastante sulle vite dei civili innocenti.
Nonostante la forte emozione suscitata, molti osservatori si interrogano su quale sarà il passo successivo della comunità internazionale e se questa mobilitazione porterà a cambiamenti concreti nella situazione di Gaza, dove i bambini continuano a pagare il prezzo più alto di un conflitto che dura da decenni.






